Sanremo:il rap del giovane malato di Sla

"Se esiste una speranza ci voglio provare. Per volare mi bastano gli occhi, sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso sul letto". E' una vera sfida alla malattia che l'ha colpito quattro anni fa, quando ne aveva appena 18, la canzone che Paolo Palumbo, cuoco oristanese, il più giovane malato di Sla di tutta l'Europa, canterà il 5 febbraio sul palco del Festival di Sanremo. Parole e musica sono sue. E la malattia che gli ha tolto la voce non gli impedirà di cantarla guidando con gli occhi il "comunicatore vocale" che gli ha ridato in qualche modo la parola. Sul letto nella casa del centro storico di Oristano dove vive coi genitori e il fratello Rosario ("che mi presta braccia e gambe", dice), sta curando gli ultimi dettagli della sua partecipazione al Festival. Aveva provato ad arrivarci partecipando alle selezioni di Sanremo Giovani, ma al secondo passaggio era stato escluso. Lo ha 'ripescato', invitandolo, Amadeus, che era rimasto colpito dalla sua storia e dalla sua determinazione.

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