È la guerra il tema dell'opera di Pietro Geranzani esposta a Palazzo Citterio
Continua il progetto di Palazzo Citterio di ospitare le voci più interessanti dell'arte italiana. Fino al 31 agosto 2025, infatti, il secondo piano del Palazzo di via Brera a Milano accoglie Anteguerra, un grande trittico di Pietro Geranzani (1964).
Il titolo, ampiamente evocativo, richiama quel sentimento di improvviso allarme e di estrema attenzione verso un avvenimento che potrebbe accadere. Un'allerta che risulta molto attuale, alla luce dei recenti episodi bellici che stanno preoccupando la comunità internazionale.
Ed è proprio la guerra, descritta senza intenti moralistici o didascalici, a essere il fulcro del lavoro di Pietro Geranzani. Ciascun dipinto che compone il trittico ne dà una visione particolare e alternativa. Se da un lato, sono i corpi lacerati e mutilati dei soldati, attorniati da militari in uniforme, a essere il punto focale dell'impianto figurativo, dall'altro si trova una fossa comune colma di corpi nudi in attesa di una sepoltura.
Il tutto trattato dall'artista con la sua tipica cifra espressiva, che non dimentica e cura la lezione figurativa dei grandi maestri del passato ma la attualizza attraverso un gusto espressionista che ben interpreta la drammaticità della scena.
Al centro del trittico, come sintesi delle due scene laterali, un enorme cratere, simbolo del vuoto, immerso in un paesaggio solitario, al limite dell'inquietudine, scevro di presenze umane, e illuminato da un cielo rossastro nel quale si staglia, in lontananza, un sole enigmatico, che forse sta sorgendo in segno di speranza di una nuova era, ovvero sta tramontando sulle ceneri dell'umanità.
La rassegna, curata da Angelo Crespi, si completa con una serie di 20 disegni preparatori e con l'esposizione del testo biblico del libro del Qoelet, nella traduzione di Davide Brullo.
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Orari e prezzi
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