Antonio Canova nei Musei Vaticani
A conclusione delle celebrazioni canoviane i Musei Vaticani dedicano un omaggio al “principe degli scultori” attraverso il percorso diffuso dal titolo "Antonio Canova nei Musei Vaticani" dal 25 ottobre al 31 gennaio. L’iniziativa, a cura di Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII, che ha visto il coinvolgimento diretto del direttore Barbara Jatta, si articola in diverse sezioni all’interno dei Musei, offrendo al pubblico la possibilità di ammirare un’ampia selezione di opere dell’artista e mettendo in luce l’influenza nel suo tempo e la maestria tecnica.
La Sala delle Dame, tra le più raffinate dei Musei Vaticani, fino a oggi non accessibile ai visitatori, è la vera chicca di questo percorso. Venne realizzata grazie a Papa Paolo V Borghese tra il 1608 e il 1609 e fu lo stesso pontefice a decidere di commissionare a Guido Reni i bellissimi affreschi che impreziosiscono la volta con la Pentecoste, la Trasfigurazione e l’Ascesa al cielo. Le altrettante straordinarie decorazioni alle pareti introducono il visitatore in un’atmosfera ottocentesca in sintonia con le opere canoviane. In questa sala si potranno ammirare gessi e bozzetti realizzati da Canova assieme alle opere di artisti come Giuseppe De Fabris e Cincinnato Baruzzi, vicini al maestro.
“L’Antico bisognava mandarselo in mente, sperimentandolo nel sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa”. Ne era convinto Antonio Canova. Per questo, quando ebbe modo di visitare il Museo Pio Clementino fu investito da una tale meraviglia da “impazzire” letteralmente. Per lui, umile scalpellino, la vista di tutta quell’antichità, mai da imitare, ma da interpretare, fu fonte di immensa ispirazione. Ed è proprio la strenua difesa dell’antico a guidare il ruolo istituzionale di rilievo ricoperto nelle collezioni pontificie, quando, nominato da papa Pio VII Soprintendente al patrimonio Artistico dello Stato e Direttore generale dei Musei Vaticani, si batté per riportare nel nostro paese la metà delle opere d’arte prelevate dalle campagne napoleoniche.
L'itinerario canoviano prosegue dalla Sala delle Dame nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana dove un’esposizione documentaria ricrea l’atmosfera dello studio romano istituito dallo scultore nel 1783, tra via delle Colonnette e via di San Giacomo, oggi via Antonio Canova. Un tempo lo avremmo visto al lavoro, con un cappello di carta in testa, nel suo atelier, tappa obbligata per i viaggiatori del Grand Tour che frequentavano le sale assieme ai giovani scultori desiderosi di apprendere i suoi preziosi insegnamenti. Raggiungiamo il gabinetto di Perseo, nella suggestiva cornice del Cortile Ottagono. Scolpita su iniziativa del maestro di Possagno, tra il 1800 e il 1801, la statua del Perseo coglie l’eroe mentre rivolge lo sguardo trionfante al volto di Medusa, divenuto statua di pietra. Ai lati sono collocate le due celebri statue dei Pugilatori, Creaugante e Damasseno, ispirate a un incontro raccontato da Pausania, esposte una di fronte all’altra, proprio nel modo in cui Canova le aveva concepite.
Il visitatore scivola quindi lungo la Galleria Chiaramonti con i suoi 1100 manufatti, un’autentica celebrazione dell’archeologia, concepita come disciplina moderna. Il percorso diffuso che celebra Canova si conclude nel Braccio Nuovo, l’edificio ideato dall’architetto Raffaele Stern per accogliere le sculture antiche allora presenti nelle collezioni pontificie. Riflettendo l’attenzione del maestro di Possagno per l’armonia dell’insieme, dove antico e moderno dialogano in perfetta sintonia, questa Galleria, con la luce argentata che si insinua attraverso i lucernari, è davvero l’ultimo omaggio tributato dalla nostra civiltà all’antico. In foto: A.Canova, Autoritratto, 1812, dal sito dei Musei Vaticani.
L'ingresso alla mostra è gratuito, compreso nel biglietto di ingresso ai Musei Vaticani.
Per maggiori informazioni
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