Scandalo Zampini rivive in un romanzo

Fu la prima grande Tangentopoli italiana, uno scandalo che anticipò le inchieste di Mani Pulite: era la primavera del 1983 quando la Torino delle giunte di sinistra venne sconvolta da storie di arresti, mazzette, politici corrotti e faccendieri corruttori. A distanza di 36 anni l'odore aspro di quel caso percorre da cima a fondo le pagine di "Il vestito nuovo del procuratore", romanzo del magistrato Giorgio Vitari (Neos Edizioni, 18 euro). Vitari, 71 anni, in pensione dal 2018 dopo una carriera che si è sviluppata fra Torino, Ivrea, Vercelli, Asti e ancora a Torino, dove è diventato Avvocato generale presso la Procura generale del Piemonte, nella vicenda delle tangenti fu pubblico ministero nel processo di primo grado. Il racconto che si snoda nel "Vestito nuovo del procuratore", sospeso tra il noir e il thriller giudiziario, è senza dubbio "in gran parte di fantasia", ma il legame con il lontano scandalo degli anni Ottanta affiora di continuo.

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