Peugeot 601 Eclipse: quando nacque l’idea della coupé-cabrio

Negli anni Trenta Peugeot rivoluzionò il concetto di automobile con la 601 Eclipse, la prima vettura con tetto rigido retrattile prodotta in piccola serie

Foto di Alessandro Marchetti

Alessandro Marchetti

Esperto di automotive

Nato con il pallino per i motori, scopro per caso la scrittura e ne faccio la mia passione. Copywriter e web editor, ma sempre con le auto nel cuore.

Pubblicato: 5 Giugno 2025 10:41

Negli anni Trenta, in un’Europa che cercava di lasciarsi alle spalle la crisi del ’29, anche l’automobile cambiava pelle. Era un periodo in cui si respirava voglia di futuro, di libertà, di nuove forme. Peugeot non era certo un marchio alle prime armi. Da decenni scriveva la sua storia nel panorama industriale francese, proponendo auto solide, ben costruite e con un certo gusto per l’eleganza. In quegli anni, la sua gamma spaziava dalle compatte come la 201, ideali per la città, fino alle ammiraglie come la 601, auto da salotto su quattro ruote, pensate per chi voleva viaggiare con stile e comfort.

Ed è proprio su 601 che Peugeot decise di costruire qualcosa di mai visto prima, nonostante non fosse un periodo facile per rischiare. La crisi aveva lasciato ferite profonde, e le Case automobilistiche dovevano reinventarsi per sopravvivere. Così, Peugeot scommise sull’innovazione. Pensò a un’auto che potesse mutare forma senza perdere eleganza.

La rivoluzione inizia: arriva la Eclipse

Era il 1934 e, per la prima volta, dalla fabbrica Peugeot usciva una vettura che nascondeva al proprio interno un segreto meccanico affascinante. Bastava azionare un meccanismo per vedere il tetto rigido scomparire nel bagagliaio. Il nome scelto dal suo inventore non fu casuale. “Eclipse” (eclissi in francese) evocava una trasformazione rapida e misteriosa. La stessa che avveniva sotto gli occhi increduli di chi assisteva alla metamorfosi dell’auto. Di giorno coupé, di sera cabriolet, a seconda dell’umore o del meteo. Nel contesto dell’epoca, una scelta simile era tutto fuorché ovvia. Mentre altri marchi si concentravano su modelli economici, funzionali, adatti a una classe media in ascesa, Peugeot puntava su emozione e fascino. Una sonora dichiarazione d’intenti: l’automobile doveva essere un oggetto di desiderio.

Dettaglio del meccanismo del tetto retrattile sulla Peugeot 601 Eclipse
Ufficio Stampa Stellantis
Il tetto in metallo della 601 Eclipse si richiudeva automaticamente nel bagagliaio grazie a un sistema di leve e guide

Tecnicamente, tutto partiva dalla 601, ammiraglia del Leone. Una vettura lunga e maestosa, con un sei cilindri in linea sotto il cofano e soluzioni meccaniche all’avanguardia per l’epoca. Ma era il tetto retrattile la vera magia: si richiudeva su se stesso e scivolava nel bagagliaio in modo quasi teatrale. E senza bisogno di mani sporche o fatica: bastava premere un comando. Per un mondo che non conosceva ancora la parola “versatilità” riferita alle auto, la 601 Eclipse fu una rivelazione. E tutto questo fu possibile grazie a un uomo fuori dagli schemi.

Georges Paulin: il genio dentista

Dietro ogni invenzione rivoluzionaria, c’è quasi sempre una storia personale. E quella di Georges Paulin merita di essere raccontata. Perché Paulin, il padre del sistema Eclipse, non era un ingegnere, né un designer. Di professione faceva il dentista. Ma nella sua testa frullavano idee troppo grandi per restare chiuse nella bocca delle persone. Un giorno, nei ruggenti anni Venti, vide un uomo sotto la pioggia che cercava goffamente di chiudere la capote della sua auto. Un’immagine banale, ma per Paulin fu una folgorazione: perché non creare un tetto rigido ed elegante che si richiudesse da solo? Da quell’intuizione nacque un brevetto – depositato nel 1931 – e un’ossessione.

Per realizzare il suo sogno, Paulin trovò due alleati fondamentali: Marcel Pourtout, celebre carrozziere francese, e Émile Darl’mat, concessionario Peugeot ma soprattutto visionario quanto lui. Insieme, riuscirono a convincere un’azienda importante come Peugeot a sperimentare qualcosa di completamente nuovo. Il primo banco di prova fu la 401 Eclipse. Ma fu con la 601, più lussuosa e scenografica, che l’idea prese davvero forma. Il meccanismo inventato da Paulin era incredibile: una sequenza di leve, bracci e guide che permetteva al tetto di sparire nel bagagliaio con grazia e precisione. Il tutto in pochi istanti, in silenzio. Il lusso, all’epoca, aveva trovato una nuova definizione.

Ma la vita di Paulin non fu fatta solo di brevetti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, entrò nella Resistenza francese come agente segreto. Catturato dalla Gestapo, venne giustiziato nel 1942 a soli 40 anni. Eppure, il suo nome è rimasto inciso nella storia dell’automobile. Ogni volta che oggi vediamo un tetto che si apre su una coupé-cabriolet, guardiamo il lavoro visionario di Georges Paulin.

Un capolavoro artigianale per pochi eletti

Quando la 601 Eclipse venne svelata, il pubblico rimase a bocca aperta. Le riviste del tempo la descrissero come un miracolo su ruote, una vettura in grado di far convivere la solidità di una berlina con la leggerezza di una cabrio. Ma nonostante il clamore, la produzione fu estremamente limitata. Appena 79 esemplari, tutti costruiti a mano nelle officine di Pourtout. Non era un’auto per tutti. Era un’auto per industriali, aristocratici e collezionisti con il gusto dell’originalità. Il prezzo, naturalmente, era da capogiro. Peugeot non pensava a una diffusione di massa. La Eclipse era una vetrina di ciò che il marchio sapeva fare: non solo robustezza e affidabilità, ma anche sogni meccanici. E funzionò: la 601 Eclipse contribuì a consolidare l’immagine di Peugeot come marchio capace di guardare lontano.

La stampa specializzata lodò senza riserve l’audacia del progetto. E anche se non mancarono dubbi sulla durata nel tempo del meccanismo, il fascino della trasformazione bastava da solo a conquistare il cuore di molti. Certo, il contesto non aiutava. L’Europa stava ancora cercando di uscire dalla depressione economica, e la guerra si avvicinava. In un mondo che si preparava a tempi duri, il lusso diventava un privilegio sempre più ristretto. Ma l’Eclipse aveva già lasciato il segno.

Come funzionava il tetto retrattile

Dietro il gesto fluido con cui la 601 Eclipse si trasformava c’era un progetto geniale e complesso. Il sistema Eclipse brevettato da Paulin era un capolavoro di meccanica applicata: niente più coperture in tela, né cappotte da chiudere a mano tra mille sforzi. Il tetto, costruito in metallo, si divideva in due sezioni che, una volta sganciate, si piegavano su sé stesse e scorrevano all’interno del bagagliaio. Tutto grazie a un sistema di bracci articolati e leve che, nei modelli più avanzati, poteva essere anche motorizzato.

La vera forza del sistema, però, non era solo la trasformazione in sé, ma la qualità del risultato. Una volta chiuso, il tetto offriva lo stesso comfort acustico e termico di una carrozzeria fissa. Nessun compromesso: guidare la 601 Eclipse era come avere due auto in una. In un’epoca in cui si pensava che un’auto dovesse essere o comoda o divertente, la Peugeot 601 Eclipse dimostrava che si poteva avere tutto. E oggi, a distanza di quasi un secolo, la sua lezione continua a ispirare.