Il sound c’è, la potenza pure e la guida promette di essere estrema: Maranello si appresta a voltare pagina per ridefinire i canoni della sportività a zero emissioni. La Ferrari Elettrica (chiamata proprio così, con la E maiuscola), la prima dell’azienda, si presenta con un bagaglio tecnico da far tremare i polsi e, invece di osservare un obbligo imposto dal mercato, rappresenta una nuova vetta da scalare. La première ufficiale è fissata per la primavera del 2026, intanto, però, dal quartier generale svelano i dettagli tecnici, che segnalano una svolta sia per la Casa emiliana sia per l’intero segmento. Anche se, come vedremo più avanti, sfugge ai classici canoni di supercar, rivolgendosi – strano, ma vero – anche alle famiglie.
Indice
Motori e tecnica
La Ferrari Elettrica restituisce una guida fedele ai principi del marchio. In tutto, sono già stati registrati 60 brevetti esclusivi, che sottintendono ottimizzazioni radicali, così da surclassare la concorrenza, perché, al di là dell’impatto ridotto sull’ambiente, i vertici (e la sua affezionatissima schiera di clienti) chiedono modelli da sogno. Così ogni elemento è stato miniaturizzato e affinato, dai pesi, spostati esattamente dove servono, al telaio, ripensato in maniera da integrare la batteria e abbassare il baricentro, trasformando i limiti dell’elettrico in opportunità.
La configurazione? Estrema: quattro motori elettrici, due per asse, danno forma a un torque vectoring da pista millimetrico. La potenza teorica complessiva – 843 CV all’anteriore, 286 al posteriore – supera i 1.100 CV (1.129 per l’esattezza), ma, come già accade su modelli Maserati Folgore, la potenza installata supera quella effettivamente erogabile. In parole povere, la batteria fornisce energia solo quando serve, e il sistema supera i 1.000 CV una volta messa in funzione la modalità Boost, con la spinta proveniente soprattutto dal posteriore, in piena tradizione sportiva.
Tutti i motori sono sincroni a magneti permanenti, in grado di girare fino a 30.000 giri al minuto sull’anteriore, con efficienza superiore al 93%, ed è sbalorditivo, soprattutto se in rapporto ai 65 kg dell’assale anteriore. Dietro, la coppia cresce: le unità posteriori arrivano a 355 Nm ciascuno, con una densità di potenza che sfiora i 4,8 kW/kg. Infine, l’assale pesa 129 kg e integra un inverter capace di superare i 600 kW.
Architettura e batteria
Integrata direttamente nel telaio, con 15 moduli (210 celle in totale), la batteria da 122 kWh, alimentata a 880 Volt e capace di spingere la vettura per oltre 530 km, è il perno invisibile. L’85% del peso è concentrato sotto il pianale, il resto è alloggiato sotto il divano posteriore. Di conseguenza, il baricentro si abbassa di 80 mm rispetto a una Ferrari termica comparabile, dal quale, nel linguaggio della dinamica, derivano reattività pura e risposte chirurgiche in ingresso curva.
A livello di densità energetica, si parla di 195 Wh/kg per il pacco completo, mentre le celle individuali arrivano a 305 Wh/kg. La batteria può essere ricaricata in corrente continua fino a 350 kW, ma Ferrari non ha ancora diffuso i dati precisi sui tempi necessari: segno che il focus, per ora, verte sulla tecnica. Intervenire sulla batteria non richiede smontaggi invasivi, in quanto ogni modulo può essere sostituito senza toccare il telaio, una soluzione intelligente indicativa di un piano a lungo termine.
Per quanto riguarda il telaio, le scelte sono orientate a mantenere intatto il DNA dinamico del brand, nonostante il passaggio alla propulsione elettrica. Il baricentro, già ribassato grazie alla batteria integrata nel telaio, è accompagnato da una distribuzione dei pesi ottimizzata: 47% all’anteriore, 53% al posteriore. Ennesima rarità, su una vettura da oltre 2.300 kg (così si vocifera), consentito da sospensioni attive a 48 Volt, già viste su modelli come l’F80, in tal caso ritarate per gestire masse diverse e risposte più immediate. Un’ulteriore chicca è il sottotelaio posteriore smorzato meccanicamente, elaborato al fine di ridurre le vibrazioni generate dai motori. Invece di cancellarlo come altri costruttori, Ferrari valorizza il rumore, perché è dai particolari che si può giudicare un’esperienza.
I tecnici non hanno voluto imboccare la scorciatoia del suono sintetico. Niente altoparlanti né effetti costruiti in studio: il rumore che accompagna la Elettrica nasce dai motori stessi, dai materiali e dalle vibrazioni che attraversano la scocca. Il telaio è stato studiato per trasmettere le vibrazioni naturali dei motori elettrici, enfatizzando i suoni meccanici reali e filtrando quelli superflui. Così anche l’accelerazione, pur senza pistoni o scarichi, conserva qualcosa di fisico, quasi viscerale. È il modo in cui Ferrari ha deciso di tradurre il proprio linguaggio nel mondo EV, senza imitare nulla, solo riscrivendolo.
Le dimensioni
La Ferrari Elettrica sarà una quattro porte, grande, alta, con proporzioni da crossover. Le dimensioni definitive non sono note, ma si parla di circa cinque metri di lunghezza, con un passo di 2.960 mm, sei centimetri in meno della Purosangue. Il peso? Circa 2.300 kg, solo 150 in più rispetto alla sorella V12. Il pubblico? Non solo i soliti collezionisti Ferrari, bensì anche famiglie benestanti in cerca di una GT sportiva, elettrica e distintiva. Più accessibile della Purosangue in termini di gestione, ma non di prezzo o contenuti, da Ferrari in tutto e per tutto, che si prepara ad aprire un nuovo fronte di mercato.
La première ufficiale è prevista per la primavera del 2026, con una tabella di marcia già definita: prima verranno svelati gli interni, poi sarà il momento dei test dinamici e dei contenuti ufficiali. Le consegne ai clienti partiranno a ottobre dello stesso anno. Maranello ha già messo sul tavolo le carte più importanti, lasciando però in sospeso dettagli che faranno la differenza nell’uso quotidiano, dalle tempistiche di ricarica alla gestione dei flussi energetici fino all’equipaggiamento digitale. La coerenza evidente del progetto lascia, però, intravedere un corso ben avviato verso un standard inedito di sportive “amiche del pianeta”.
Al posto di un adattamento, la Elettrica poggia su una visione costruita intorno alla natura green, capace di rispettare i codici Ferrari e al tempo stesso di spingerli oltre. Nel momento in cui le promesse si trasformeranno in asfalto bruciato e chilometri percorsi, potrebbe decretare il via a una nuova era. Velocità e rumore lasciano spazio a una forma di potenza più netta, più diretta, capace di trasformare il silenzio in tensione, imporre il cambiamento e, così facendo, riscrive la traiettoria della stessa Maranello.