Il rosso Ferrari non è soltanto una tinta, è un’idea. Un simbolo che, ancora una volta, ha fatto breccia nel cuore della giuria dei Red Dot Awards 2025, gli Oscar del design mondiale. E quest’anno, a Maranello, il bilancio è da standing ovation: ben tre vetture della Casa del Cavallino hanno conquistato il riconoscimento massimo nella categoria “Product Design”, il prestigioso Red Dot: Best of the Best. Un tris d’assi che porta i nomi di F80, 12Cilindri e 12Cilindri Spider.
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Un timbro di successo
È l’ennesima consacrazione di un’eccellenza tutta italiana, un trionfo non solo tecnico ma estetico, che premia la capacità — rara e invidiata — di coniugare bellezza scultorea e innovazione funzionale, emozione pura e precisione ingegneristica. Perché ogni Ferrari, si sa, è molto più di una macchina: è un’opera d’arte che si guida.
L’edizione 2025 dei Red Dot Awards non poteva dunque che celebrare la nuova hypercar ibrida F80, vettura che incarna con vigore la svolta futuristica di Maranello. Spinta da un sei cilindri derivato dalla leggendaria 499P, vincitrice per due volte alla 24 Ore di Le Mans, la F80 è l’anello di congiunzione tra la pista e la strada, tra l’ingegneria estrema e la fruibilità quotidiana. Il suo design, essenziale ma tagliente, ha conquistato la giuria internazionale per la capacità di trasferire performance in forma plastica, senza orpelli. Linee tese, superfici scolpite, dettagli aerodinamici che sembrano cesellati a mano: la F80 è la dimostrazione che anche il futuro ha una silhouette mozzafiato.
Spazio anche per il magnifico V12
Ma il Red Dot è andato anche a due interpretazioni più classiche del DNA Ferrari, rivisitate con raffinatezza contemporanea: la 12Cilindri e la sua variante aperta, la 12Cilindri Spider. Qui, il protagonista torna ad essere il V12 anteriore, il fulcro delle granturismo più amate del Cavallino. Eppure nulla è “retrò”: la rilettura del concetto di GT secondo Flavio Manzoni, direttore del Ferrari Styling Centre, ha convinto per la sua audacia controllata, per l’equilibrio tra aggressività e armonia, per quel sapiente gioco di pieni e vuoti che suggerisce velocità anche da ferma.
Sono premi, quelli assegnati quest’anno, che parlano chiaro. Parlano della continuità di una visione, di un linguaggio estetico che evolve senza mai tradirsi. Narrano della capacità — tutta italiana — di fare scuola nel mondo, coniugando l’avanguardia con la tradizione. E lo fanno con il sigillo di un concorso che, con oltre settant’anni di storia, è ormai il punto di riferimento globale nel campo del design industriale. La cerimonia ufficiale si terrà il prossimo 8 luglio a Essen, in Germania, ma a Maranello si brinda già da ora.
Con questi tre riconoscimenti, salgono a 34 i Red Dot Awards conquistati da Ferrari negli ultimi undici anni. Un numero impressionante, che conferma la leadership indiscussa della Casa sul fronte del design automobilistico. Ma dietro le cifre ci sono le persone: il genio creativo del team guidato da Manzoni, l’intelligenza progettuale degli ingegneri, l’attenzione maniacale degli artigiani che plasmano ogni dettaglio. Tutto, insomma, concorre a rendere Ferrari un caso unico nel panorama mondiale. Perché ogni modello nato a Maranello non è soltanto una risposta tecnica a una domanda di mobilità, ma un’affermazione culturale, un oggetto del desiderio capace di emozionare al primo sguardo. E non stupisce, allora, che anche in una competizione dove i grandi marchi del design si sfidano senza esclusione di colpi, a vincere sia ancora una volta la bellezza che corre veloce. Firmata Ferrari.