Italia fanalino di coda in Europa: poche auto elettriche

L'Italia non riesce a stare al passo degli altri Paesi d'Europa nel numero di immatricolazioni di auto elettriche

Il mercato automobilistico internazionale, ormai da diversi anni, si sta elettrificando: le vetture a zero emissioni conquistano una quota sempre maggiore anche in Europa. I dati del Vecchio Continente, però, sono molto diversi rispetto a quelli dell’Italia che da questo punto di vista non riesce a stare al passo con i tempi.

In base ai dati raccolti da ACEA, l’Associazione Europea dei Costruttori, nel secondo trimestre del 2022 la quota di auto elettriche in Europa ha raggiunto il 9,9% del totale. Anche i modelli ibridi plug-in sono in crescita: nello stesso periodo hanno toccato quota 8,7% sul totale, mentre nell’anno precedente il dato era fermo all’8,4%.

Auto elettriche, i numeri dell’Italia

Le vetture ibride full e mild, raggruppate sotto la sigla HEV che sta per Hybrid Electric Vehicles, detengono il 22,6% del mercato complessivo. Questi numeri, a livello europeo, sono diversi se si concentra l’attenzione solamente al mercato italiano. Le performance in Italia sono abbastanza negative non solo sul fronte delle auto a zero emissioni, ma anche sui motori termici.

In Italia, infatti, si registra un -19,6% di immatricolazioni di auto elettriche nel periodo di riferimento del primo trimestre del 2022. Nello stesso arco temporale, per esempio, altri Paesi hanno fatto registrare incrementi sostanziali: in Spagna le immatricolazioni di vetture a zero emissioni sono cresciute del 7,2%, mentre in Francia del 2,7%.

Nel nostro Paese sono in calo anche le vendite delle auto ibride plug-in, con -6,9% rispetto al primo trimestre del 2021, e quelle dei modelli HEV con un -9,3%. La crisi del mercato automobilistico italiano, però, non riguarda solo l’elettrico: sono in calo anche le immatricolazioni delle auto a GPL, diminuite del 5,1% quando in Spagna sono aumentate del 57,6%, in Francia del 21,9% e in Germania del 10,3%.

I dati dell’Italia, riportati dall’Associazione Europea dei Costruttori, fotografano il momento negativo del nostro Paese. I problemi non sono causati solo dalla crisi dei microchip che ha coinvolto l’intera economia mondiale e dalle lunghe attese per la consegna delle nuove automobili immatricolate: ci sono diverse mancanze a livello strutturale e di programmazione.

Immatricolazioni auto: scendono diesel e benzina

Uno degli ostacoli più grandi per la transizione elettrica in Italia era rappresentato dalla scarsa presenza di punti per la ricarica delle auto a zero emissioni. Da questo punto di vista, però, nel nostro Paese è stato fatto un grande passo in avanti: secondo i numeri del report statistico di ACEA, l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi d’Europa per la presenza di stazioni di ricarica per le auto elettriche e occupa il quinto posto nella classifica continentale.

Il gap con gli altri Paesi d’Europa, però, è ancora molto forte: in Olanda, per esempio, ci sono oltre 90.000 punti di ricarica EV, mentre in Germania se ne contano più di 60.000. In Italia, invece, ci sono circa 23.000 stazioni destinate alla ricarica delle auto elettriche: un aumento sensibile rispetto agli anni scorsi ma ancora lontano dai numeri delle Nazioni che occupano i primi posti della graduatoria.

Il calo delle immatricolazioni di auto a benzina, diesel e metano, invece, prosegue in tutto il continente. Pur mantenendo la quota più alta del mercato, le vetture a benzina sono scese del 38,5%. I modelli diesel sono diminuiti del 17,3%, mentre quelli a metano sono crollati con un calo del 62,9%.