Nella vibrante Motor Valley, dove il rombo dei motori è sinfonia quotidiana e la passione per le auto non è solo cultura ma identità, è nato un nuovo nome destinato a scuotere la scena: Giamaro Automobili. E lo fa senza mezze misure. Nessuna citycar, nessun compromesso. Solo potenza pura, design tagliente e ambizioni degne di chi vuol sedersi al tavolo dei grandi.
I più scettici penseranno a una start-up dai sogni esagerati, ma sbaglierebbero. Infatti, Giamaro parte col piede sull’acceleratore e due modelli che parlano una lingua chiara: prestazioni assolute. Si chiamano Katla e Albor, e già i nomi scelti, così vulcanici, lasciano intendere che qui il fuoco arde davvero sotto il cofano.
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Katla, la furia islandese
Il primo modello è la Katla, una hypercar dal profilo basso e aggressivo, battezzata come il vulcano islandese. Il paragone non è casuale. Perché questa coupé a motore centrale promette di eruttare cavalli come lava ardente: 2.157 CV, 2.008 Nm di coppia, tutti rigorosamente scaricati sulle ruote posteriori.
Il motore è un capolavoro ingegneristico: un 7.0 V12 quadriturbo, sviluppato internamente, con angolo di bancata a 120° e turbine centrali secondo la configurazione “V calda“. In soldoni? Massima compattezza e prestazioni termiche ottimali. Ma la cosa più interessante è il sistema a tre chiavi per sbloccare la potenza in fasi: con la bianca si guida “tranquilli” a 800 CV; con la nera si sale a 1.670; con la rossa, si apre l’inferno.
Niente è lasciato al caso
Tutto questo in un corpo lungo 4,79 metri, largo 2,03 e alto appena 1,19, per un Cx di 0,33. Il telaio? In carbonio, ovviamente, con sospensioni in alluminio e ammortizzatori regolabili. Il cambio è un sette marce in posizione transaxle, ma presto arriverà una doppia frizione a undici rapporti, già brevettata dalla Casa.
Sedersi a bordo della Katla è come entrare nella cabina di un caccia. Alluminio, fibra di carbonio, tessuti pregiati e un profilo della plancia che richiama quello del cofano. Il cockpit è driver-centrico, dominato da una console centrale che sembra uscita da un hangar. Ogni dettaglio, ogni cucitura, urla esclusività e performance.
Albor, crossover da Marte
Il secondo modello è Albor, ancora in fase concept, ma già approvato per la produzione. Qui la Giamaro azzarda e affonda le radici in suggestioni più ardite: la carrozzeria rialzata, le proporzioni da coupé sportiva e un’ispirazione che guarda alla Lamborghini Lanzador e alla Italdesign Parcour del 2013.
Anche in questo caso, nulla è lasciato al caso. Il nome arriva da Albor Tholus, una struttura vulcanica di Marte, a voler dire che questo modello nasce per esplorare nuovi territori, concettuali e fisici. Ma sotto la pelle, il DNA è comune alla Katla: stessa architettura in carbonio, stesso motore, stesso stabilimento a Castelfranco Emilia.
Un nuovo player con ambizioni vere
Nessuna nostalgia, nessun tentativo di emulare: Giamaro vuole scrivere un nuovo capitolo nella storia dell’automobile italiana. Lo fa con un linguaggio moderno, con cifre da record e con una visione che non si accontenta di stupire, ma punta a conquistare.
In una Motor Valley che ha già regalato Ferrari, Lamborghini, Pagani e Dallara, c’era ancora spazio per qualcosa di nuovo? Sì, se si ha il coraggio di sognare in grande e la capacità di trasformare quei sogni in bolidi da oltre duemila cavalli. Benvenuta, Giamaro. Adesso fateci sentire quel V12.