Entro il 2028, 9 marchi auto su 10 saranno cinesi: si rischia il dominio assoluto

È allarme per il mercato dell’automotive europeo. La Cina ha in mano le chiavi della produzione futura e non sembra esserci via d’uscita

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Davide Russo

Giornalista automotive

Napoletano di nascita, laureato in giurisprudenza, è giornalista pubblicista con la passione per il motorsport e l'automotive con un occhio alle innovazioni e alla storia della F1. Il suo motto: ''I believe that everyone has a calling, Motorsport is my true passion!''.

Pubblicato: 20 Maggio 2025 10:34

I vertici di Bruxelles hanno sottovalutato il fenomeno industriale del Paese del Dragone Rosso. Con disposizioni green si sono minate le certezze dei marchi storici europei. L’elettrico ha rappresentato un lasciapassare per l’industria cinese. Le nuove tecnologie low cost stanno spazzando via le certezze dei colossi europei e americani. In Italia il 90% dei marchi che arriverà, nei prossimi tre anni, sarà cinese.

In base a un’analisi del centro studi e ricerca Quintegia, tra il 2021 e il 2024 nel Belpaese sono arrivati 18 brand ed entro il 2027 ci sarà una quasi maggioranza assoluta di Case cinesi. Sarano 27 i costruttori del gigante asiatico alle nostre latitudini. Per ora la quota di mercato è del 6% e non è elevatissima, ma rispetto allo 0,4% del 2021 è un balzo in avanti enorme (+1.350%). Entro la fine del 2028 ben 9 nuovi brand si inseriranno nel nostro mercato. Nei principali mercati dell’Ue si registrerebbe un totale di 43 brand: 16 in più rispetto all’Italia.

Invasione cinese in Italia

Un esempio lampante della supremazia cinese è rappresentata da BYD. I numeri nello scorso anno sono da record. Il major cinese ha scavalcato persino Tesla: 777,1 miliardi di yuan (circa 107,2 miliardi di dollari), mentre il marchio americano si è attestato a 97,7 miliardi. L’utile netto, lo scorso anno, ha avuto un balzo addirittura del 34%, fino a 40,3 miliardi. Sulla base di questi dati il 49% dei concessionari italiani vorrebbe vendere i marchi emergenti cinesi. I punti vendita di brand sono già più di 800, più del doppio rispetto agli altri Paesi europei (in Spagna e Francia sono 350, in Germania 300 e nel Regno Unito 400).

Secondo Quintegia, il 44% degli automobilisti nostrani si dichiara pronto a considerare l’acquisto di una vettura cinese. Le nuove generazioni non hanno particolari preclusioni. I marchi che vanno per la maggiore sono: MG del gruppo SAIC, i diversi brand DR da Evo fino a Tiger, BYD con Denza, Omoda e Jaecoo di Chery, Lynk&Co e Polestar di Geely. Altri marchi in ascesa sono EMC di Eurasia Motor Company con Intergea, Leapmotor con Stellantis, gruppo Dongfeng.

I vantaggi dell’industria cinese

I cinesi hanno un vantaggio tecnologico e materie prime pressoché infinite. Il Paese del Dragone Rosso vanta il primato sulle terre rare sia dal punto di vista di presenza sul territorio sia da quello del loro sfruttamento. Un gap incolmabile per gli altri Paesi che hanno costi di produzione elevatissimi. La Cina, infatti, comanda la produzione globale di ossidi di terre rare, il prodotto grezzo estratto dalle miniere da cui si possono separare gli elementi delle terre rare.

Le auto elettrificate cinesi possono essere commercializzate a prezzi più vantaggiosi. Nel primo trimestre del 2025 a crescere in Italia è stato il brand MG, di proprietà del colosso cinese SAIC, con una quota del 3,5% e BYD con 0,9%, mentre tutti gli altri marchi si collocano sotto lo 0,5%. L’arrivo di nuovi marchi cinesi rappresenta una pessima notizia per gli storici produttori europei alle prese con la crisi. Con un gioco a ribasso e una crisi economica sempre più forte gli italiani sceglieranno l’auto più alla portata nei prossimi anni e, salvo dazi stringenti, sarà Made in Cina.