Il ritorno di uno storico marchio auto dall’Est Europa

Dalla Jugoslavia degli anni ’80 alle strade di domani: Yugo sta per tornare con una compatta dal design squadrato e l’ambizione di sfidare le regine europee

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 19 Maggio 2025 14:48

Yugo era un nome rimasto sepolto nella memoria, legato a un’auto spartana, indimenticabile. Nata in Jugoslavia e figlia di un’epoca dura, segnata da austerità, pragmatismo e poche alternative su quattro ruote, era presente nelle strade di mezzo continente. Poi, per anni, il silenzio. Fino a febbraio di quest’anno, quand’è arrivato l’annuncio: il marchio tornerà. Due porte, proporzioni compatte, linee nette: un modellino fisico, costruito in scala, mostra forme e intenzioni. In superficie uscita da una vecchia brochure Fiat, ma con dettagli ripuliti e un progetto chiaro: riportare in vita un’auto semplice, concreta, con un’identità precisa. In un mondo di SUV ipertrofici e linee tutte uguali, l’idea di qualcosa di così netto ha un fascino tutto suo.

Un design forte e deciso

La nuova Yugo, per ora senza nome ufficiale, si presenta fedele allo spirito originale. Due porte, dimensioni contenute, linee pulite e squadrate. Un’estetica che racconta esattamente ciò che vuole essere: un mezzo semplice, con radici forti. I richiami alle Fiat 127 e 128 non sono casuali. Quelle stesse proporzioni, quella stessa idea di “funzione prima della forma”, rivivono in una silhouette che sembra arrivare da un’altra epoca, ma con dettagli capaci di stare al passo coi tempi.

A firmare il concept è il designer serbo Darko Marčeta, coinvolto nel progetto dal professor Aleksandar Bjelić, docente universitario che ha acquistato i diritti del marchio Yugo. L’intenzione è chiara fin dall’inizio: riportare sul mercato una vettura low-cost, ma con una personalità riconoscibile. Bjelić ha spiegato che il concept vuole unire concetti solo in apparenza distanti: accessibilità economica e senso sportivo. Detto in altri termini, un veicolo traboccante di carattere, senza mai perdere contatto con la realtà. Il prototipo definitivo è previsto per l’Expo di Belgrado del 2027, e l’obiettivo è partire con la produzione quello stesso anno.

Se davvero entrerà in produzione, la Yugo dovrà confrontarsi con rivali agguerriti. Stiamo parlando di nomi come Citroën C3, Renault Clio, Volkswagen Polo. Modelli che da anni dominano il mercato delle compatte. Ma la nuova Yugo potrebbe giocarsi le sue chance proprio su ciò che le altre hanno accantonato: essere una vettura small-size, asciutta, pensata per chi cerca una proposta vera a un prezzo contenuto, spoglio di infiniti display e dotazioni superflue.

Apertura al futuro

Dai primi dettagli emersi, il proposito è di partire con motori a benzina, in versione aspirata e turbo, lasciando aperta anche la porta all’elettrico (sul punto di esplodere a Milano). Il cambio? Sia manuale sia automatico. E filtra persino l’ipotesi – sorprendente ma confermata – di una variante sportiva. Una Yugo dalle prestazioni elevate, insomma. Un’idea che fino a qualche anno fa si sarebbe scambiata per una semplice battuta.

Il fatto che si parli già di questi aspetti – motorizzazioni, versioni, tempistiche – evidenzia quanto il progetto abbia radici solide, più di quanto si pensasse. In un panorama in cui ogni cosa deve essere smart, premium o superconnessa, un’auto così essenziale e riconoscibile potrebbe davvero ritagliarsi uno spazio. Non per nostalgia, ma perché oggi manca qualcosa di così netto e onesto. E forse Yugo è ancora in grado di dirlo.