In Ferrari dopo il GP di Imola, Leclerc si concede un panino al McDonald’s

Dopo un sesto posto amaro a Imola, Charles Leclerc si ferma in auto al McDonald’s: felpa Ferrari, autografi dal finestrino e una pausa con la fidanzata

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 19 Maggio 2025 15:30

Weekend amaro, chiusura semplice. Dopo il sesto posto al Gran Premio di Imola, Charles Leclerc si è fermato per mangiare al McDonald’s. Con la sua Ferrari personalizzata, felpa ufficiale della Scuderia addosso e finestrino abbassato, il pilota monegasco si è concesso qualche minuto per un panino veloce. Accanto a lui, la fidanzata Alexandra Saint Mleux, seduta lato passeggero. I tifosi lo hanno riconosciuto subito. E lui ha risposto con sorrisi, qualche battuta e tanti autografi.

Sosta fuori copione

Spesso, a GP ultimato, i piloti spariscono in una manciata di minuti. Leclerc invece, domenica, ha scelto di fermarsi a mangiare qualcosa di normale, a pochi chilometri dal circuito. A bordo dell’auto, si è concesso una pausa rilassata. Il volto di chi ha dato il massimo, senza raccogliere quanto sperato. Intorno a lui, piccoli gruppi di tifosi si sono avvicinati con rispetto. Alcuni hanno chiesto foto, altri autografi. Charles ha accettato, felice di far contenti i sostenitori. Ed è rimasto per qualche minuto con chi, poche ore prima, lo aveva applaudito in pista.

La giornata era stata complicata. Partita sotto premesse incerte, il passo gara non è mai stato all’altezza di Red Bull e McLaren. Alla fine, un sesto posto dal sapore di occasione sprecata. E a Imola, casa per la Ferrari, le aspettative erano alte. “Abbiamo fatto il massimo con quello che avevamo”, ha dichiarato Leclerc a caldo. Tradotto: più di così, oggi, era impossibile. A ogni week-end promettente ne segue uno in affanno e viceversa: un’altalena di emozioni. E per uno come Charles, che vuole giocarsi tutto, è frustrante.

La scena che resta

Eppure, paradossalmente, ciò che rimane della domenica appena mandata in archivio non è la strategia di gara (rivedibile come a Miami), né i secondi persi dietro a chi lo ha preceduto. È quell’immagine fuori dal circuito: Leclerc in felpa Ferrari, finestrino abbassato, penna in mano, circondato da gente comune. Solo lui, seduto nella sua macchina, che si prende il tempo per chi gli sta attorno. Dalla scena, portata all’attenzione del web, emerge qualcosa di autentico. In un ambiente dove tutto è diventato calcolato, mediato, gestito al millimetro, vedere un pilota top in una situazione tanto quotidiana fa un certo effetto.

Ok, episodi del genere non hanno alcun peso sulla classifica, né aggiungono punti al mondiale. Ma costruiscono qualcosa di più profondo: un legame col pubblico. In un periodo in cui il Cavallino fatica a tornare competitivo, è proprio la dimensione umana a fare la differenza.

Leclerc ha lasciato il circuito con l’amaro in bocca, e un “what if…?” grande come la sua ambizione. Eppure, ha evitato di nascondersi. È rimasto lì, in mezzo alla gente, a testa alta. Perché sulla monoposto ci ha lasciato l’anima, nonostante abbia chiuso dietro al compagno di team Hamilton. E in fondo, anche questo ha valore. Conta che un pilota scelga di fermarsi. Che non si chiuda, che non fugga. Conta che trovi il tempo per ascoltare due parole da un ragazzino con il cappellino rosso, o per firmare una bandiera spiegazzata appoggiata sul cofano.