Calze da neve omologate: prezzi, uso e limiti

Le calze da neve sono dispositivi tessili di trazione che si infilano sul battistrada per aumentare l’aderenza su neve e ghiaccio. Sono equiparate legalmente alle catene

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 1 Novembre 2025 06:00

L’equiparazione legale delle calze da neve alle catene non è più un terreno scivoloso: in Italia è oggi un dato acquisito, a condizione che il dispositivo riporti la marcatura UNI EN 16662-1. È lo standard europeo che definisce requisiti, metodi di prova e limiti d’impiego per i dispositivi supplementari di aderenza destinati ai veicoli leggeri e che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recepito. Le calze conformi sono un’alternativa alle catene negli scenari coperti da ordinanze invernali e dalla segnaletica di obbligo. La cornice è stata chiarita dapprima con una circolare del 2022 e poi con l’adozione dello standard nel 2023, che ha chiuso anni di incertezze interpretative.

Il quadro normativo delle calze da neve

Sulle strade extraurbane l’obbligo di avere pneumatici invernali montati o catene decorre dal 15 novembre e si chiude il 15 aprile dell’anno successivo, salvo anticipi o proroghe per ordinanza dei gestori o dei Comuni e con validità rafforzata in presenza del classico cartello blu. Si tratta di un perimetro temporale in cui l’ente proprietario può pretendere dotazioni idonee in caso di neve o ghiaccio. In questo contesto anche le calze EN 16662-1 soddisfano l’obbligo alla pari delle catene.

Per comprendere cosa distingua oggi una calza a norma da un generico accessorio in tessuto bisogna tornare allo standard EN 16662-1. Il documento definisce prove di trazione su neve e ghiaccio, criteri di resistenza all’usura, test di stabilità e soprattutto la velocità massima consentita, fissata a 50 km/h. L’indicazione è parte delle condizioni di impiego previste dalla norma e ribadita dai produttori. Se il fondo torna pulito o la neve è discontinua, le calze vanno rimosse per evitare usura e sfilacciamenti perché l’asfalto asciutto è il loro nemico naturale.

Non va dimenticato che la regola italiana sull’equipollenza tra calze e catene si applica in patria, mentre in alcuni Paesi e in alcuni valichi può vigere una lettura più restrittiva del segnale di obbligo catene che pretende ancora maglie metalliche in condizioni estreme. L’ultima parola resta alle autorità locali e alla segnaletica incontrata lungo l’itinerario.

Prezzi aggiornati e differenze tra modelli

Sul fronte prezzi, il mercato si è stabilizzato in una fascia accessibile: per misure diffuse di utilitarie e compatte la forchetta realistica spazia in media dai 30-35 euro delle proposte più semplici fino ai 70-80 euro dei kit meglio rifiniti o destinati a SUV e crossover, con picchi oltre i 90 euro per linee ad alte prestazioni. I portali di comparazione confermano una disponibilità tra 40 e 80 euro per calze con marcatura EN 16662-1 mentre i brand più noti oscillano spesso attorno alla metà del range. La discriminante da controllare è la dicitura di omologazione: un prezzo troppo allettante senza la marcatura corretta si traduce in un dispositivo che non vale ai fini dell’obbligo.

Montaggio e compatibilità con ogni tipo di vettura

Sul montaggio il vantaggio competitivo delle calze è evidente: il telo si cala sulla metà superiore dello pneumatico, si avanza di mezzo giro e si completa l’installazione, con auto-centraggio in marcia e tempi medi inferiori a quelli delle catene, soprattutto al freddo e in corsia d’emergenza. La regola tecnica resta scolpita nella pietra: si montano sulle ruote motrici; sulle 4×4 una dotazione su tutte e quattro le ruote assicura coerenza di trazione e stabilità, specie in discesa. Le istruzioni dei produttori insistono sull’uso esclusivo su neve e ghiaccio e sulla rimozione prima di rientrare su tratti puliti, a tutela sia del dispositivo sia della trasmissione.

I limiti fisici sono il rovescio della medaglia. Le calze offrono una trazione pronta e progressiva su neve fresca e su tratti urbani ed extraurbani con innevamento continuo, riducono vibrazioni e colpi al gruppo ruota, hanno ingombri ridotti nei passaruota e risultano strategiche sulle vetture dichiarate non catenabili, dove una catena tradizionale può interferire con bracci sospensione, tubazioni o sensori. In condizioni severe come pendenze importanti, neve compatta molto lavorata, lastre di ghiaccio estese, tratti di montagna lunghi, la catena metallica conserva un margine di robustezza e ripetibilità del grip superiore. La scelta fra calze e catene è di fatto situazionale: contano luogo, fondo, pendenza, chilometraggio e la reale probabilità di incontrare tratti pericolosi.

Rapporto con pneumatici invernali e quattro stagioni

Nel rapporto con gli pneumatici invernali e gli all season va tenuto conto di un principio: le calze sono un dispositivo di trazione temporaneo, non sostituiscono la strategia gomme per tutta la stagione fredda. Al di sotto dei 7 gradi e con frequenti fenomeni invernali, un treno di gomme da neve resta la scelta strutturale più efficace, mentre molte quattro stagioni di ultima generazione colmano il gap nelle prove su bagnato e neve leggera e lasciano alle calze il ruolo di assicurazione aggiuntiva davanti a una perturbazione improvvisa o a una pattuglia che imponga dotazioni in presenza del cartello.

Dal punto di vista dinamico, cambia il comportamento alla guida. Il tessuto aumenta l’attrito sul manto nevoso e aiuta il controllo in partenza e in frenata, ma non compie miracoli: la combinazione con i controlli elettronici funziona al meglio con andature moderate e senza brusche accelerazioni e sterzate ampie. Al di sopra della soglia dei 50 km/h fissata dallo standard, le sollecitazioni diventano incompatibili con la struttura del dispositivo e in ogni caso la fisica ricorda che su neve e ghiaccio gli spazi di arresto si allungano, con o senza ausili.

Manutenzione e durata nel tempo

Sul piano della manutenzione e della durata, molto dipende dallo stile di guida e dal fondo. I test di certificazione prevedono che un dispositivo conforme superi prove severe di resistenza su superfici miste e mantenga criteri minimi di efficacia, ma la vita reale è meno indulgente: basta percorrere qualche chilometro su asfalto nero per consumare in fretta la trama del tessuto. Dopo l’uso, una sciacquata per rimuovere sale e residui e l’asciugatura prima di riporle allungano la vita utile.

Ecco perché la scelta del prodotto richiede un minimo di metodo: si parte dalla misura riportata sul fianco dello pneumatico, si consulta la tabella del costruttore e si verifica la presenza, sull’etichetta e nelle istruzioni, della marcatura UNI EN 16662-1. Laddove i passaruota siano stretti o il costruttore dichiari la vettura non catenabile, la calza omologata è l’unica soluzione praticabile per rispettare ordinanze e controlli senza rischiare danni meccanici.