Il colosso indiano salva KTM, prestito da 566 milioni

KTM è salva, per il momento, grazie all'intervento del partner indiano Bajaj che ha erogato un maxi-prestito per aiutare le casse dell'azienda austriaca

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 25 Maggio 2025 15:30

C’è ancora futuro per KTM. L’azienda austriaca (il nome è un acronimo di Kronreif und Trunkenpolz Mattighofen), dopo aver registrato perdite significative negli ultimi anni, riceve un nuovo sostegno e può tornare a pianificare quelle che saranno le prossime mosse per la ristrutturazione del business nel settore delle due ruote. A sostenere l’azienda in questa fase delicata è Bajaj, storico partner di KTM e quarto produttore al mondo di motoveicoli (primo dopo le Case nipponiche). Il colosso indiano è intervenuto con un prestito da 566 milioni di euro. Senza questo sostegno, per KTM non ci sarebbe stata la possibilità di proseguire con l’attività nel corso dei prossimi mesi.

Un aiuto decisivo

KTM doveva garantire circa 600 milioni di euro al curatore fallimentare entro questa settimana, dopo la crisi finanziaria che ha visto l’azienda accumulare enormi perdite. A erogare il prestito, in particolare, è stata Bajaj Auto che controlla il 49,9% di Pierer Bajaj AG, proprietario di maggioranza di Pierer Mobility AG, holding che controlla vari brand del settore delle due ruote tra cui proprio KTM AG.

Si è trattato di un’operazione finanziaria abbastanza articolata ma necessaria per consentire alla dirigenza di KTM di poter sostenere il programma di rilancio. Ripianare i debiti accumulati (i 600 milioni da garantire al curatore fallimentare servono a coprire circa il 30% del debito) è un passo necessario per poter gettare le basi in vista di un nuovo futuro. L’intervento di Bajaj è stato decisivo.

Gottfried Neumeister, CEO, KTM AG, ha così commentato l’annuncio legato al futuro dell’azienda: “Oggi si apre una nuova fase che ci consente di dare continuità alla storia di KTM. Insieme al nostro partner di lunga data Bajaj, siamo riusciti a definire una strategia che ci permetterà di raccogliere ulteriori 600 milioni di euro per il nostro nuovo inizio, oltre ai 200 milioni di euro già messi a disposizione. Gli stabilimenti esistenti – in particolare gli impianti principali di Mattighofen e di Munderfing – resteranno la base del nostro successo futuro“. Nonostante il nuovo inizio, però, ci sono ancora tanti punti poco chiari e vari aspetti da considerare per il futuro.

Un futuro ancora incerto

L’intervento di Bajaj è stato, come detto, fondamentale per garantire il rilancio di KTM. Il futuro è ancora incerto. L’azienda austriaca, in questi mesi, è riuscita a ridurre le scorte, maturate dopo un lungo periodo di sovrapproduzione nei suoi stabilimenti, grazie a promozioni e sconti molto importanti. Ora, però, c’è la necessità di definire un nuovo piano industriale in grado di rendere competitivi i modelli del marchio KTM su un mercato sempre più concorrenziale.

Non sarà una sfida facile. Uno degli scenari potrebbe essere quello di una progressiva riduzione della capacità produttiva e, quindi, della forza lavoro, per rendere più sostenibile l’attività. Tra le conseguenze della crisi, per cui era stato ventilato anche un intervento di BMW, potrebbe esserci l’uscita di scena dalla MotoGP dove KTM è impegnata fino al 2026. I nuovi programmi aziendali potrebbero portare una serie di sacrifici per garantire il futuro all’azienda.