The Last Waltz: il saluto del nostro esperto di moto e cultura custom

Ho deciso di scrivere queste ultime righe dopo dieci anni di collaborazione con Virgilio Motori.

Foto di Carlo Portioli

Carlo Portioli

esperto moto custom

Le moto e la musica, mia moglie e gli amici, la birra e le chiacchere ma più di tutto amo cercare di capire. Le mie opinioni sono espresse dall'alto di niente.

Pubblicato: 26 Maggio 2025 11:27

Sono passati 10 anni da quando Virgilio Motori ha pubblicato il mio primo articolo su moto e cultura custom, questo invece sarà l’ultimo: non scriverò più di motociclette.

Giustamente all’orizzonte vedo montare un’imperiosa onda di “e chissenefrega”, ne avete tutto il diritto. Ma visto che per me è stata un’esperienza bella e importante, ho deciso di scrivere queste ultime righe. Potrei dare spiegazioni più o meno consolatorie sul fatto che è giusto che tutto finisca o arrabbiate verso i tempi che sono cambiati e nessuno legge più, ma la verità è che sento di non avere più niente da dire e quindi ritengo che consegnare quest’avventura al silenzio sia la cosa migliore da fare. Si, il silenzio, oggi l’unico peccato imperdonabile.

Potrei provare a costruirmi una fanbase sui canali social, magari pubblicare video su youtube, instagram o tiktok dove raccontare di giri in moto e di test-ride, ma so che non sarei a mio agio. Non è roba per me, non solo non saprei farlo ma finirei per farmi tristezza, come me la fanno tutti quegli ometti brizzolati senza niente di interessante da dire che si agitano sui social mentre “aspettan su una gamba l’ultima carità di un’altra rumba”. E allora oltre a salutarvi e ringraziarvi per questa divertente strada fatta insieme, mi permetto di lasciarvi con un consiglio: non lasciate che dentro di voi prenda il sopravvento “la sindrome dei bei tempi”.

Certo, le vecchie Harley sono più belle di quelle che producono oggi mentre annaspano alla disperata ricerca di nuovi clienti che forse, nella migliore delle ipotesi, non hanno ancora trovato e nella più realistica semplicemente non esistono più. È anche vero che in questo periodo si sta stringendo intorno ai proprietari dei mezzi custom più vecchi e affascinanti un cappio normativo poco giustificabile solo con obiettivi di maggior controllo delle emissioni.

E la mobilità elettrica? Non saprei, non ho mai capito molto di elettrodomestici.

È come se il mondo fosse cambiato, rimpicciolito e noi, che in fondo siamo solo rimasti quello che eravamo, fossimo finiti fuori dai confini dell’accettabile. Ma queste sono anche le origini della cultura biker: ragazzi reietti, lontani dai valori e dai principi della società americana, che fecero di una libertà selvaggia e del rifiuto delle regole il loro tratto orgogliosamente distintivo, fin dai tempi di Hollister e della nascita dei gruppi 1%er. Sono passati quasi 80 anni da quei giorni eppure ancora oggi là fuori, nei posti più inaspettati e tra la gente più diversa, è possibile trovare mezzi stupendi costruiti secondo le regole della filosofia custom grazie all’enorme talento di gente appassionata, innamorata di qualcosa che si fa molto prima a sentire che a spiegare.

Non importa quante regole assurde inventeranno per impedire a certi mezzi di circolare: un modo si troverà sempre. Basta non cedere all’idea che oggi sia peggio di ieri e meglio di domani, perchè non è mai stato così e non lo sarà neppure questa volta.

Le motociclette, tutte le motociclette, non sono niente. Sono solo un modo che ci siamo inventati per volare leggeri sulle cose della vita, sopra il sudiciume quotidiano e l’enorme rumore di fondo che ci distrae da ciò che conta. Prendetele per quello che sono, un gioioso modo di curare lo spirito.

Buona strada a tutti…