Ferrari, Hamilton: dai team radio emergono problemi comunicativi

La scintilla con Adami non scocca: Lewis non trova la complicità necessaria per esprimersi al meglio

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Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 27 Maggio 2025 12:38

Ferrari ha tanti problemi. Uno di questi riguarda la mera integrazione nel gruppo di lavoro di Lewis Hamilton. Parliamo di un investimento faraonico per un pilota che oramai porta 40 primavere sulle spalle. Ma il reale problema non è certo l’età. Il talento è intatto. Forse non sarà più il fenomeno assoluto e schiacciasassi di una volta, ma resta un individuo capace di battere chiunque con una monoposto in condizione.

L’adattamento complicato di Lewis

Il progetto 677 è fallimentare. A margine delle prime otto gare non si può dire altro. I proclami di vittoria echeggiano nella testa dei tifosi come le solite promesse non mantenute. Il talento di Stevenage doveva essere la ciliegina sulla torta. Quel plus per supportare gli aneliti su di una base solida. E invece le fondamenta non ci sono. Anche e soprattutto per questo Hamilton sta soffrendo tremendamente.

La radio delle monoposto è uno strumento strepitoso per le analisi. Ci consente di ascoltare i protagonisti, capire i loro ragionamenti e poterli contestualizzare. Nel recente GP di Monaco il britannico è stato penalizzato. Una retrocessione di 3 posti sulla griglia per l’impeding su Verstappen. È curioso ricordare che Vasseur, prima di recarsi dalla FIA, era assolutamente sicuro che non sarebbe arrivata la sanzione.

Questo può significare che il Cavallino Rampante non abbia ben chiare le norme. Oppure che semplicemente abbia sottostimato la situazione, valutandola non così importante come ha fatto la Federazione Internazionale. Se al contrario il team avesse capito la gravità del fatto, avendo infranto una chiara norma del regolamento, forse avrebbe preparato una difesa che poteva portare all’assoluzione della pena. Ma così non è stato.

Perché Hamilton è stato penalizzato a Monaco

Il fattaccio si rifà alla prima parte della qualifica sulle stradine del Principato, dove Lewis, tramite il canale radio della monoposto numero 44, non è stato avvisato nella maniera corretta dal suo ingegnere di pista. Parliamo dell’ultimo run del Q1, quando il britannico, a bordo della sua SF-25, viene rispedito in pista con le gomme Soft nel tentativo di marcare un tempo e passare il taglio verso la Q2.

Lewis esce dai box, percorre la salita verso il Casinò sino ad arrivare a Massenet, dove Verstappen, nel suo giro lanciato, lo passa dovendo allargare la traiettoria e perdendo tempo. Adami aveva avvisato Hamilton dell’arrivo repentino del quattro volte campione del mondo, per poi cambiare versione dicendo che non stava spingendo. Una comunicazione che di fatto ha creato la situazione scomoda che porta alla penalizzazione.

  • Riccardo Adami: “Verstappen sta spingendo dietro e si trova a 3 secondi. Scusa… sta andando piano là dietro, guarda comunque negli specchietti“.
  • Lewis Hamilton: “Hai detto che stava andando piano, amico, ca**o…

Il difficile rapporto tra Hamilton e Adami

I due non sono fatti l’uno per l’altro: in tanti utilizzano questa frase per definire la relazione che si è creata tra. Senza dubbio la complicità che Adami aveva con Sainz era ben diversa, anche frutto di una connessione latina che a pelle aveva funzionata all’istante. Questo non significa che tra l’inglese e l’italiano ci sia acredine. Tuttavia, è abbastanza palese che i nessi logici tra Lewis e Riccardo non siano propriamente idilliaci.

Hamilton veniva da un rapporto pluriennale con Peter Bonnington. I due oramai si capivano al volo e servivano davvero poche parole. Questo non succede in Ferrari, dove invece, ascoltando tutte le comunicazioni via radio dei primi GP, si nota come l’inglese spesso abbia bisogno di notifiche che non arrivano e debba “subire” messaggi che in determinati momenti non gli servono. Anzi, spesso lo fanno innervosire.

Mettere in dubbio professionalità e capacità di Adami sarebbe alquanto sciocco. Il cinquantunenne bresciano sa il fatto suo. Serve pertanto affinare il rapporto. Certo è, ascoltando l’ultima comunicazione di Monaco, che qualcosa potrebbe iniziare a pesare. Lewis nota una certa tensione e per questo chiede se Riccardo se la sia presa con lui. La risposta non arriva, e questo, certamente, fa riflettere…

  • Riccardo Adami: “Quinta posizione. Abbiamo perso tempo nel traffico e dobbiamo capire cosa sia successo”.
  • Lewis Hamilton: “Davvero grazie ai ragazzi per aver sistemato la vettura bene e rapidamente. Non è stato il weekend più facile… domani è un altro giorno. Ma sei arrabbiato con me?”