Il 2020 non è stato di certo un anno come gli altri, con la pandemia da Coronavirus che ha rivoluzionato in maniera sensibile la vita di tutti i giorni. Tra comuni cittadini e aziende che ne sono uscite ridimensionate, anche il settore auto ha risentito in maniera importante dell’emergenza sanitaria, con numeri drammatici se confrontati a quelli ottenuti nell’ultimo ventennio.
Un vero e proprio annus horribilis per tutti, con il settore delle quattro ruote che ha sofferto e perso. Secondo quanto riportato nell’Annuario Statistico Aci infatti il mercato auto nel 2020 ha registrato il livello più basso delle immatricolazioni dal 2000 a oggi, con un -80% che ha avuto un peso non di poco conto. L’emergenza da Covid-19 ha vanificato quanto di buono fatto nel primo trimestre del 2020, quando il comparto automobilistico aveva fatto registrare dei numeri incoraggianti rispetto al 2019, poi le chiusure sono state la “botta” finale pesante per un settore che si è trovato a fare i conti con dati ai minimi storici e una crisi inevitabile che ha portato il 2020 a essere ricordato come il peggior anno per il settore dal 2000.
Soltanto 1.381.496 di immatricolazioni l’anno scorso, ben mezzo milione in meno rispetto al 2019 con una flessione del 27,93% che consegna una situazione critica e dolorosa. Dalla fotografia scattata dal rapporto Aci non può non saltare all’occhio anche il dato relativo alle spese che gli italiani hanno dovuto affrontare sui propri veicoli. Anche in questo caso i numeri sono impietosi, con una perdita del 20,2% rispetto al 2019 e un totale di 124 miliardi spesi.
Tra le perdite, rispetto al 2019, anche le voci che compongono la spesa finale: -23,3% su acquisto e ammortamento, -25,6% sul carburante e 17,3% in meno su spese di manutenzione o riparazione. A tal proposito, come sottolinea l’Annuario Statistico, salta all’occhio un altro dato: numeri alla mano, il parco circolante in Italia è il più vecchio d’Europa.
Grazie agli incentivi auto il finale del 2020 ha registrato un boom nelle vendite di auto elettriche e ibride, ma il gettito fiscale va comunque in negativo se paragonato al 2019. L’incasso infatti si è fermato a 52,8 miliardi di euro, ben 19 punti percentuali al di sotto dell’anno precedente quando era stata raggiunta quota 65,2 miliardi.