Arrivano i taxi senza autista: ecco i progetti di Uber e Google

Le driverless cars saranno anche taxi, nuove tecnologie per il trasporto urbano nate grazie a importanti partnership

Toyota punta su Uber e sulla realizzazione di auto a guida autonoma con la società, investendo 500 milioni di dollari sulla stessa.

L’accordo ha un valore di 72 milioni di dollari e l’obiettivo a cui puntano le due realtà è quello di creare auto che si guidano da sole e immetterle sul mercato per il ride-sharing come servizio di mobilità su larga scala. Le nuove auto saranno delle Toyota realizzate appositamente per il parco Uber di ride-sharing e saranno lanciate a partire dal 2021. Già alla fine di quest’anno, comunque, potrebbero terminare i test sui robotaxi, ovvero quelli senza il conducente: è in corso un programma di prova con dei passeggeri che si sono iscritti volontariamente.

L’obiettivo dell’unione tra Toyota e Uber è sicuramente quello di ridurre i costi del progetto e migliorare la sicurezza sulla strada. Un’ottima partnership soprattutto per Uber che è alla costante ricerca di risorse, visto che punta a diventare un colosso nel mondo dei trasporti e per questo sostiene continuamente grandi spese. L’azienda infatti sviluppa auto, servizi cargo e via camion, biciclette e scooter elettrici per il trasporto urbano e la lotta al traffico nelle città.

L’accordo con Toyota prevede l’inserimento della tecnologia self driving in alcuni modelli della Casa automobilistica in servizio nella rete di taxi alternativi di Uber; probabilmente poi gli stessi passeranno direttamente nelle mani di chi gestisce i parchi auto.

È Waymo che metterà in campo la novità, la divisione di mobilità autonoma di Alphabet, che appartiene al gruppo Google. In Arizona, a Phoenix, si stanno effettuando, come già detto, i viaggi di prova. I vari km percorsi hanno dato modo di ottimizzare le auto con miglioramenti al software che danno modo ai veicoli di essere sempre meno robotizzati e avere dei comportamenti il più vicino possibile agli esseri umani.

Sono tanti gli studi che girano attorno a queste nuove tecnologie. Uno degli ultimi, in particolare, dimostra che questo nuovo segmento potrebbe generare, entro il 2030, un mercato del valore che sfiora i 3 miliardi di dollari.

Toyota non non è l’unica a puntare sulle nuove società di ride-hailing e di hi-tech. Già nel 2016 anche General Motors aveva investito 500 milioni nella grande rivale di Uber, Lyft. C’è anche Ford che, nel frattempo, ha creato una nuova controllata nel campo, la Ford Autonomous Vehicles, per attirare anche investitori esterni. Fca non è da meno, visto che ha fornito veicoli a Waymo e ha una partnership con Bmw e Intel per la realizzazione di una tecnologia di guida autonoma entro il 2021.