Le vacanze estive corrispondono ogni anno all’aumento dei prezzi del carburante in Italia. Se però aggiungiamo il fatto che dallo scorso anno i livelli di costi alla pompa sono saliti alle stelle, i viaggi in auto per gli italiani sono praticamente proibitivi.
Secondo l’analisi di Altroconsumo, la più grande associazione indipendente di consumatori in Italia, tra il primo giugno e il 26 luglio 2023 il prezzo medio della benzina praticato in autostrada è aumentato del 2,8%, quello del diesel del 2,5%. Aumenti che chiaramente incidono sul costo delle vacanze degli italiani.
I dati forniti dall’Osservatorio Carburanti e pubblicati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy parlano chiaro: i prezzi dei carburanti hanno subìto nell’ultimo periodo forti rincari. E lo abbiamo visto insieme proprio nelle scorse ore.
Prezzi della benzina in netto aumento
Dall’inizio del mese di giugno fino alla prima metà di luglio i prezzi della benzina sono aumentati, ma in maniera contenuta. Si sono alternate, in tutta Italia, giornate con prezzi in rialzo, seguite da ribassi. Questi ultimi, comunque, non sufficienti a evitare l’aumento generale, che dalla seconda metà di luglio si è fatto più marcato.
Un esempio riportato da Altroconsumo: in Lombardia all’inizio di giugno il valore medio per il prezzo al litro della benzina era di 1,812 euro, contro gli 1,885 del 26 luglio 2023. Oltre 7 centesimi al litro in più in poche settimane: un aumento del 4%. Stessa dinamica anche in altre regioni.
Il mercato dei carburanti è parecchio condizionato dalla situazione locale. E lo vediamo in particolar modo paragonando tra loro i dati di regioni confinanti. Ad esempio, in Veneto la media del periodo giugno-luglio 2023 è pari a 1,832 euro per un litro di benzina, mentre in Friuli-Venezia Giulia è decisamente più alta: 1,856 euro per litro. Valore che cresce ulteriormente se si prendono in considerazione le province autonome di Trento e Bolzano: 1,879 euro per litro.
Se consideriamo i prezzi praticati sulle autostrade, poi, la situazione diventa drammatica. Il prezzo medio in questo caso è sempre più alto rispetto alla rete ordinaria. Il prezzo medio della benzina in autostrada al 1° giugno era pari a 1,9 euro per litro (modalità self service). Il 26 luglio risulta pari a 1,954 euro per litro. L’incremento è circa il 2,8%.
Prezzi del gasolio
Anche il gasolio è in aumento. Per esempio nella regione Lazio all’inizio di giugno il valore medio del diesel era pari a 1,65 euro per litro, mentre a fine luglio a 1,726 euro per litro. La crescita è del 4,6%. Stesso discorso per altre regioni.
Sulla rete autostradale, il prezzo medio del gasolio in modalità self è passato da 1,769 euro per litro del 1° giugno a 1,813 euro del 26 luglio. Con un aumento percentuale pari al 2,5% circa.
Le vacanze degli italiani costano care
Gli aumenti gravano ovviamente sui costi delle vacanze degli italiani. Ma prima che gli effetti si scarichino anche su altre filiere e categorie di beni, è assolutamente fondamentale intervenire e con una certa urgenza, come Altroconsumo rimarca da tempo, bisogna lavorare in maniera strutturale direttamente sull'Iva.
L’analisi di Altroconsumo è stata effettuata servendosi dei dati dell’Osservatorio Carburanti pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sono state considerate le rilevazioni comprese tra il 1° giugno e il 26 luglio 2023. L’analisi è stata effettuata considerando nel dettaglio i prezzi medi nelle varie regioni, in vista dell’obbligo di pubblicazione dei tabelloni da parte di tutte le stazioni di servizio, scattato a partire dal primo agosto in tutta Italia.
Sono stati effettuati confronti tra i prezzi medi sulla rete autostradale, in rapporto alla rete ordinaria. Visto che il prezzo in modalità self service è sempre più conveniente rispetto al servito, ci si è concentrati sui prezzi relativi alla prima modalità di rifornimento.
L’obbligo di pubblicare i prezzi medi regionali
Ne abbiamo già parlato, a partire dallo scorso primo agosto è entrato in vigore l’obbligo di pubblicazione dei prezzi medi regionali per ogni impianto. La norma è articolata in base al tipo di rete stradale a cui ci si riferisce. Il prezzo medio regionale sarà esposto sulla rete ordinaria, mentre in autostrada è prevista l’esposizione del prezzo medio nazionale, calcolato, però, sui prezzi degli impianti che operano appunto sulla rete autostradale.
L’efficacia dell’iniziativa
Sono tante le associazioni, come anche l’Antistrust, che hanno parecchi dubbi riguardo l’efficacia dell’obbligo di esposizione dei prezzi medi, anche se l’obiettivo è evitare pericolose – e purtroppo diffuse – speculazioni.
L’Autorità della concorrenza e del mercato afferma: “L’obbligatoria indicazione presso gli impianti di distribuzione del prezzo medio rispetto ad ampie aree geografiche – regionale per la rete ordinaria, nazionale per quella autostradale – non sembra poter garantire alcuna sostanziale utilità per i consumatori, visto il già citato ambito locale di scelta dell’impianto di rifornimento. Anzi, come già evidenziato dall’Autorità in sede di audizione parlamentare, non si può escludere che la diffusione di tali informazioni possa determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento”. Altroconsumo promette di tenere sotto controllo l’efficacia dello strumento nel tempo.
Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo, ha dichiarato: “L’efficacia di questa nuova misura si vedrà solo nelle prossime settimane, anche se ad oggi qualche dubbio rimane sul fatto che possa, da sola, far fronte ai rincari che non sono una novità e che probabilmente continueranno, in un quadro internazionale sempre mutevole e molto incerto”.
E inoltre: “Per evitare che gli effetti si ripercuotano ulteriormente sulle famiglie, già molto provate a causa dell’inflazione, e su altre filiere produttive e categorie di beni, è necessario quindi intervenire urgentemente e in maniera strutturale su componenti che pesano notevolmente nella formazione del prezzo finale: in primis la tassazione applicata e la trasparenza lungo tutta la filiera. Ok, quindi, al principio generale di dare maggiori informazioni ai consumatori ma attenzione a non considerare questa una panacea, scaricando al fondo della catena e, in definitiva, sui singoli l'onere di far fronte con proprie risorse - economiche e di tempo - ad aumenti che sono generalizzati sul territorio”.
E infine, è necessario porre “attenzione sul rischio di trascinamento verso l’alto dei prezzi più concorrenziali, cioè quelli che si pongono sotto le medie regionali e nazionali, il che porterebbe, espresso anche dall’AGCM, a una paradossale diminuzione delle possibilità di risparmio per i cittadini. Come Altroconsumo, continueremo quindi a monitorare la situazione, chiedendo al contempo interventi più incisivi da parte del Governo, che partano anche da un maggiore confronto con i consumatori”.