Una delle principali cause di distrazione e di incidenti in auto è l’utilizzo del cellulare alla guida, una pratica davvero molto pericolosa che spesso tutti noi sottovalutiamo, ma che invece deve assolutamente essere ostacolata in ogni modo.
La guerra della Polizia Stradale continua, contro tutti quegli automobilisti (e sono tanti) che non si fanno alcun problema a usare il proprio smartphone come se niente fosse mentre si trovano al volante della propria vettura. Un report dello scorso anno dimostra che chi guida con il telefono in mano rappresenta un rischio ancora più alto rispetto a chi ha l’altra cattivissima abitudine di mettersi al volante dopo aver bevuto alcolici.
Il 2019 è stato un anno di forti e continue lotte contro tutti coloro che sono dipendenti dal proprio smartphone e che non riescono a staccarsi nemmeno per tragitti brevi dal proprio dispositivo, utilizzandolo anche quando si trovano al volante. In Australia, come abbiamo già visto nei mesi scorsi, si stanno già sperimentando dei nuovi metodi, delle telecamere che captano gli automobilisti che usano il telefono, grazie a un uso combinato di machine learning e teleobiettivi ad alta risoluzione.
L’uso del cellulare alla guida è una delle infrazioni più comuni, in questi ultimi tempi infatti abbiamo visto ad esempio che, lo scorso anno, sono state comminate ben 390 multe per l’utilizzo del cellulare alla guida solo nella Provincia di Ancona, rispetto al 2018 sono aumentate di molto. Anche altre zone d’Italia però purtroppo ‘non scherzano’, in Sardegna ad esempio la Polizia ha dato 890 multe ad utenti beccati mentre usavano il telefono al volante, nonostante scoprire un automobilista in fragrante non sia sempre così semplice.
L’esperimento che si sta tenendo in Australia resta molto interessante anche per il nostro Paese, infatti in soli 30 giorni le telecamere speciali hanno portato a individuare ben più di 100.000 infrazioni, un numero davvero esagerato, in un mese gli automobilisti beccati sono stati più di centomila. Quello che bisogna capire ora è se la tecnologia australiana sia davvero affidabile e se sia una buona idea sperimentarla anche in Italia, se è davvero giusto che il Governo italiano adotti questa misura anche per le nostre vetture.