
Si parla sempre più spesso di motorizzazioni alternative, di soluzioni elettriche e ibride, che nei prossimi anni (e già da oggi) avranno l’obiettivo di ridurre le emissioni auto inquinanti e di conseguenza di diminuire l’inquinamento atmosferico e rendere l’aria che respiriamo più pulita. Oggi però l’Europa pare prendere di mira le motorizzazioni plug-in.
L’Europa e i test di omologazione
A proposito di sistemi ibridi, l’Unione Europea oggi sembra voglia mettere mano ai test di omologazione di queste vetture, perché ritiene che quelli attuali non siano abbastanza attendibili e realistici. Reuters ha raccolto alcune prime indiscrezioni che parlano proprio del fatto che l’Europa voglia rivedere i metodi di analisi dei motori plug-in hybrid, ritenendoli inadatti.
Secondo l’UE i test attualmente in uso sottostimerebbero le reali emissioni dei motori ibridi. Certo è che non si tratta di un cambiamento da nulla, anzi, possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione, che potrebbe costringere alcune Case automobilistiche ad incrementare le vendite di auto elettriche per evitare le multe da parte dell’Unione Europea, che chiede il raggiungimento di obiettivi di emissioni molto stringenti. I nuovi regolamenti, secondo quanto emerge dalle indiscrezioni raccolte, dovrebbero entrare in vigore nel 2025.
Le nuove misure dettate dall’UE
La Commissione Europea vorrebbe inserire, come già era stato annunciato, una sorta di misuratore di consumo nella strumentazione delle auto. I risultati ottenuti entrerebbero nei nuovi cicli di omologazione delle vetture con motorizzazione ibrida plug-in.
L’Europa ‘attacca’ le auto ibride plug-in
È in discussione, secondo quanto dichiarato da un funzionario della Commissione Europea, un emendamento alle regole dei test sulle emissioni inquinanti delle vetture Euro 6. Il ciclo WLTP dovrebbe quindi essere rivisto, se ne discuterà proprio domani, 9 febbraio 2022. La decisione dovrà essere presa congiuntamente dal gruppo di lavoro sui veicoli a motore, di cui fanno parte esponenti dell'industria, del governo e delle associazioni dei consumatori, entro la fine dell'anno.
Si ha la volontà di cambiare quelli che sono oggi i test di omologazione perché secondo gli esperti di settore, le autorità di regolamentazione e le associazioni per l’ambiente, i motori ibridi plug-in non sono così sostenibili come si crede, quindi non possono essere considerati alla pari (o quasi) delle auto elettriche (qui i dubbi degli italiani, che sono ancora molti).
Il test WLTP deve essere rivisto
Secondo recenti studi di enti di settore, tra cui anche l'International Council for Clean Transportation, la procedura di analisi utilizzata oggi per il ciclo WLTP, nonostante tenga in considerazione la velocità, il tipo di percorso, le modalità di guida ed essendo quindi più realistica e corretta rispetto ai test precedenti, non sia comunque corretta al 100%.
Soprattutto per quanto riguarda le auto ibride, che in realtà ricorrono al motore a combustione circa il doppio di quanto verificato dai test. Il maggior consumo di carburante chiaramente porta ad un aumento delle emissioni reali, e questo significa che le vetture ibride plug-in sono efficaci solo se vengono caricate spesso, anche perché pare che l'autonomia elettrica reale sia minore rispetto a quella dichiarata in fase di test. Nelle auto aziendali si vede ancor più la differenza, i lavoratori infatti le caricano poco, meno motivati a risparmiare, visto che il carburante non lo pagano loro. Questo influisce però negativamente sulle emissioni.