Lotta alle targhe straniere: la mossa del Governo

La situazione deve essere risolta, chi circola con targhe estere in Italia deve essere punito

Abbiamo già parlato del problema della circolazione di auto con targhe estere in Italia e oggi Salvini mira a risolvere il problema.

La riforma contenuta all’interno del Decreto Sicurezza degli articoli 93 e 132 del Codice della Strada disciplina la circolazione sulle strade italiane delle auto immatricolare all’estero. Molte persone che guidano veicoli con targa straniera nel nostro Paese si sono ritrovati in difficoltà, tra questi ci sono anche tutti i furbetti che usano questa strategia malsana per poter non pagare l’assicurazione auto, il bollo e per eludere ogni controllo da parte del Fisco.

Ci sono già degli utenti che hanno dovuto pagare multe anche molto salate per questa situazione, dal primo gennaio è stato modificato il Codice della Strada ed è entrata in vigore la nuova disciplina. Secondo l’articolo 93, dai cambiamenti apportati dal Decreto Sicurezza, “è vietato, a chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni, circolare con un veicolo immatricolato all’estero”.

Salvini oggi vuole porre davvero fine a questo fenomeno, dopo l’introduzione della norma che vieta la circolazione in Italia ai veicoli esteri per chi ha la residenza da più di sessanta giorni, si mira ad una soluzione e all’esclusione dal campo di applicazione del divieto di circolazione per tutti quei cittadini comunitari residenti all’estero, con la facoltà per gli stessi di circolare sul territorio nazionale con targa estera per la durata massima di un anno.

Al question time al Senato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha confermato questo, sottolineando che quelle norme “non volevano punire gli autisti della Croce Bianca o i camerieri degli alberghi di confine, ma avevano e hanno l’obiettivo di contrastare il fenomeno della cosiddetta esterovestizione, ossia la circolazione di autoveicoli con targa estera nel territorio nazionale al solo fine di eludere gli obblighi assicurativi e fiscali, nonché di evitare l’applicazione delle sanzioni del Codice della Strada”.

Il Ministro ha proseguito assicurando quanto segue: “Le criticità segnalate ed emerse nella fase di prima applicazione della normativa sono tutte adeguatamente affrontate in modo da salvaguardare le poche, ma evidenti, situazioni meritevoli di uno specifico trattamento derogatorio, fermo restando l’obiettivo di colpire le migliaia di condotte elusive degli obblighi di legge”.