Dopo la vittoria della coalizione di centrodestra alle Elezioni 2022 è presto per parlare di toto-ministri ed è anche presto ipotizzare quali saranno i provvedimenti del futuro Governo. Ci sono però tematiche imprescindibili come quella dell’ambiente e della mobilità che dovranno essere affrontati.
Nell’Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra, presentato dalla coalizione lo scorso 11 agosto, sui quindici punti redatti la questione ambientale appariva al dodicesimo posto, con il titolo “L’Ambiente una priorità”. In quest’ottica la coalizione di centrodestra si prefigge di rispettare gli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici. Da un punto di vista di mobilità invece i punti fermi sono l’incentivazione all’utilizzo del trasporto pubblico e della mobilità urbana sostenibile; la promozione di politiche di mobilità urbana sostenibile; l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere.
Ma vediamo più precisamente la posizione dei tre partiti al Governo su questi temi.
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Fratelli d’Italia: i programmi
Il partito “vincitore” parla di una sorta di “neutralità tecnologica”. Come Procaccini ha spiegato “un adeguato futuro della mobilità passa per maggiore equilibrio e gradualità nell’adozione di misure per combattere i cambiamenti climatici”. Nei programmi quindi non rientra solo l’elettrico, ma anche i biocarburanti e l’idrogeno. L’obiettivo è quello di “non dover dipendere totalmente da Paesi, come la Cina, che hanno quasi il monopolio dei materiali e dei componenti per produrre e far funzionare le macchine elettriche, dalle batterie ai microchip”.
Giorgia Meloni (che auto guida?) e il suo partito pensano infatti che questa sia l’unica via per tutelare i lavoratori del settore; il comparto dell’automotive occupa 300.000 addetti e vale il 6,2% del Pil. Procaccini non si fa problemi e, senza peli sulla lingua, commenta la decisione dell’Europa di stoppare la vendita di vetture con motori tradizionali a benzina e diesel a partire dal 2035, definendola “un clamoroso autogol”. E insiste infatti sottolineando: “I recenti incentivi all’acquisto vedono uno sbilanciamento a favore di auto elettriche e ibride, le quali però, come dimostrano i dati, non sono tra le più richieste dagli italiani e quindi non spingono la ripresa. Riteniamo importante programmare un riequilibrio a favore di tutto il parco auto”.
Fratelli d’Italia dice “no” al 100% elettrico, ma questo non significa che non siano stati pensati nuovi progetti per le auto a zero emissioni, anzi: “Per una diffusione più capillare delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, bisogna invece favorirne le installazioni private all’interno di condomini residenziali, uffici e singole abitazioni. Ma questa ed altre strategie producono risultati reali solo se sono coordinate e attuate all’interno di una pianificazione chiara e coerente rispetto agli obiettivi”.
Che cosa dice Forza Italia
Il programma di FdI deve comunque essere confrontato con quello degli alleati; Alessandro Cattaneo, responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia, dichiara: “Il settore automotive vive un momento complesso e di pressione crescente. Bisogna affrontare il tema dell’impatto ambientale dei trasporti con un atteggiamento non ideologico, che guardi alla riduzione delle emissioni di CO2 tenendo anche conto della sostenibilità industriale e produttiva del Paese”. La proposta è “un piano industriale per il rilancio di tutta la filiera, dalla componentistica alla produzione dei veicoli, che passa attraverso diverse fasi: dall’ampliamento del portafoglio tecnologico alla riconversione di molte aziende”.
I programmi della Lega
Alessandro Morelli, viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, svela che l’idea è quella di “ricomprendere nel credito d’imposta per la formazione 4.0 anche l’area relativa alle tecniche e tecnologie della mobilità elettrica, per accompagnare i lavoratori del settore nell’acquisizione delle nuove competenze richieste dalla filiera dell’e-mobility”.
La Lega comunque, nonostante i piani di ampliamento delle infrastrutture di ricarica per auto elettriche, lancia comunque un importante allarme: “Puntare esclusivamente sull’elettrico significa, da una parte, mandare in fumo migliaia di posti di lavoro, dall’altra legarsi mani e piedi alla dittatura comunista cinese, opzione pericolosa e distonica rispetto al posizionamento nel quadro Occidentale”. Nell’Accordo quadro per un Governo di centrodestra si parla poi di “incentivare l’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale e promuovere e favorire politiche di mobilità urbana sostenibile”.