Da qualche tempo, i distributori di benzina di mezza Italia si sono messi a parlare in dialetto. Succede a Milano, a Bologna, a Bari, ma anche in Sardegna e nell’entroterra abruzzese: “allìv la cart e va fasce benzin”, “Meti dentro i schei”, “Mitt’ li quatrin o la carta compà” dicono le voci registrate del distributore self.
Difficile non lasciarsi sfuggire un sorriso mentre si inserisce la carta per pagare il pieno, nonostante i prezzi alla pompa di questa calda estate.
Il distributore parla in milanese
“Cata su la pompa del tri”, dice il distributore di benzina milanese per indicare di rifornirsi alla pompa tre. Fare benzina assume una forma quasi più “umana”: ci si trova a tu per tu con un oggetto estremamente familiare che però all’improvviso ha preso a conoscere la lingua del luogo.
“La risposta in dialetto è una bella idea che rilancia l’uso della lingua madre”, sostiene Domenico Chiapperini, titolare di una stazione di rifornimento intervistato dal ‘Corriere’. Anche se non tutti capiscono il milanese e la sua ironia, e nonostante i prezzi dei carburanti di nuovo in ascesa, si tratta di un ritorno alle origini che fa sorridere e che sta incontrando il favore di gran parte degli automobilisti.
“La nostra vita avrebbe tutt’altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto”, scriveva Italo Svevo nel celebre romanzo ‘La coscienza di Zeno’: così un’operazione qualunque come è quella di fare rifornimento alla propria auto diventa occasione per fermarsi un istante ad apprezzare la sorpresa e indugiare in un sorriso, oppure per perdersi in un dialetto che non si capisce neanche un po’ – cosa che può essere capitata ai tanti viaggiatori che hanno attraversato l’Italia per le vacanze estive.
L’iniziativa risveglia i ricordi dei milanesi e riporta in vita le espressioni dimenticate di un dialetto che in pochi conoscono bene, ormai. E come a Milano, anche nel resto d’Italia i distributori Eni hanno preso a parlare il vernacolo locale.
L’iniziativa di Eni in tutta Italia
L’iniziativa è di Eni, e riguarda 1.700 distributori automatici in 100 province nelle diverse regioni d’Italia. Se a Milano ci si sente chiedere di inserire “i danè o i carta”, a Firenze la scelta è tra “inserire i quattrini oppure le carte”, mentre a Verona il distributore è ancora più diretto: “Meti dentro i schei, tira fora a carta”.
L’invito per andare a rifornirsi alla pompa diventa, a Bari, “Meh, allìv la cart e va fasce benzin”, mentre nella versione abruzzese suona più o meno come “diggita lu codice sopra a la tastiera e prim lu bottone vert pe confermà”.
I dialetti si aggiungono alle lingue già presenti nelle stazioni di servizio Eni, quindi nessuna paura se non si capisce il vernacolo locale: si può scegliere tra italiano, inglese, tedesco, spagnolo, francese e ovviamente la lingua del posto.
“Aho, metti er codice”, tuona il distributore della Capitale. “Grazie ai dialetti, anche il momento del rifornimento presso le Eni Live Station può portare un sorriso durante una pausa dal viaggio”, scrive Eni, che ha deciso di avviare questo progetto in oltre 1.700 Eni Live Station in tutta Italia.
“La lingua dialettale è una delle tradizioni che contraddistingue i territori”, secondo Eni, “e contribuisce a creare un senso di appartenenza, offrendo spesso espressioni capaci di esprimere leggerezza, ironia e immediatezza che vengono utilizzate con disinvoltura in famiglia e nei contesti informali dalla maggior parte degli italiani”. Così anche una semplice sosta per fare rifornimento diventa l’occasione per risvegliare una memoria perduta e concedersi un sorriso.