Ai David di Donatello 2025 il cinema insorge contro il Governo, da Giuli a Borgonzoni: i politici nel mirino
Ai David di Dontello 2025, attori e registi sono stati compatti nel denunciare le difficoltà del comparto e nel chiedere un intervento all'esecutivo
I David di Donatello 2025 si sono trasformati nell’occasione per denunciare la profonda crisi del settore cinematografico e attaccare il Governo. Attori e registi sono sembrati compatti nell’accusare una mancanza di aiuti statali alle imprese dello spettacolo. Da Elio Germano a Pupi Avati, passando per la cantautrice Margherita Vicario, si chiedono investimenti per la Cultura e incontri tra Governo e rappresentati del cinema italiano.
- L'attacco di Elio Germano al ministro Giuli
- Pupi Avati punzecchia Lucia Borgonzoni
- La richiesta di Margherita Vicario
- Il commento del M5S
L’attacco di Elio Germano al ministro Giuli
Ai David di Donatello 2025, Elio Germano ha ritirato la sua sesta statuetta, premiato come miglior attore protagonista.
L’interprete di Enrico Berlinguer in Vermiglio ha colto l’occasione per puntare l’attenzione su Gaza e sottolineare come ogni persona abbia pari dignità, al di là dell’etnia e provenienza geografica.
Fonte foto: ANSA
Elio Germano
“Un italiano ha la stessa dignità di uno straniero e, permettetemi di dire, un palestinese la stessa dignità di un israeliano”, ha detto.
Poi Germano ha spostato il tema sul cinema italiano sferrando una dura critica al ministro della Cultura Alessandro Giuli.
“Il cinema è davvero in crisi e noi crediamo per grossa responsabilità del ministero della Cultura. Sentirci dire che le cose vanno bene, in questo modo tra l’altro bizzarro, è dal mio punto di vista fastidioso”, ha affermato l’attore facendo riferimento alle precedenti dichiarazioni di Giuli.
Pupi Avati punzecchia Lucia Borgonzoni
Presente in platea ai David di Donatello 2025, c’era anche la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni. A lei si è rivolta il regista Pupi Avati, salito sul palco per ricevere il premio alla carriera.
Il direttore di Il cuore altrove ha usato i minuti in cui i riflettori erano puntati su di lui per rivolgersi direttamente alla senatrice leghista.
“Vedere il cinema come è qui oggi, è una cosa meravigliosa però, questo lo voglio dire a Lucia, non assomiglia al cinema italiano purtroppo. Qui c’è l’opulenza – ha detto Avati – nel cinema italiano ci sono le società, soprattutto le società piccole, indipendenti, che stanno facendo una fatica pazzesca”.
L’affermazione è stata accolta da un battito di mani, ma la sottosegretaria alla Cultura è rimasta immobile. Così il regista l’ha incalzata: “Applaudi oh! Non vuole applaudire. Perché non applaudi?”.
Avati ha infine lanciato una proposta a Elly Schlein, la leader del Pd, affinché chiami la premier Giorgia Meloni e la inviti, insieme al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a fare un incontro per parlare del cinema italiano.
In questo caso l’idea sembra essere stata accolta con Schlein che, sui social, ha confermato al regista “ci sto!” aggiungendo di aver già presentato una proposta di legge per salvare e rilanciare il cinema italiano.
La richiesta di Margherita Vicario
La cantautrice Margherita Vicario ha ricevuto ben tre premi ai David di Donatello 2025: miglior film d’esordio, miglior canzone originale e miglior compositore.
Pure lei ha sottolineato il senso di frustrazione che serpeggia nei set cinematografici derivante dagli “orrori di cui purtroppo siamo testimoni ma anche complici“.
Poi l’artista ha fatto una richiesta esplicita ai politici augurandosi che “investano un sacco di miliardi in arte, cultura, educazione e sanità e un pochino meno nelle armi“.
Il commento del M5S
A sostenere “l’urlo di dolore del mondo del cinema e dello spettacolo – che vive una crisi profonda, strutturale, aggravata dall’indifferenza del governo”, sono stati anche gli esponenti M5S in commissione Cultura.
I pentastellati hanno sottolineato come le parole di Elio Germano siano “state chiare: la responsabilità è del ministro della Cultura, che continua a ignorare i problemi reali del settore, tagliando risorse e lasciando lavoratori e professionisti in balia dell’incertezza. Anche il maestro Avati ha denunciato un cinema in profondo rosso. Insomma una vera figuraccia per il governo Meloni”.
Il Movimento 5 stelle ha poi fatto sapere di star lavorando da mesi con serietà su questi temi, confrontandosi con le categorie e ascoltando chi ogni giorno tiene in vita il cinema italiano tra mille difficoltà.
“Non servono interventi estemporanei o nuovi ministeri – hanno sostenuto i pentastellati – ma misure concrete, strumenti stabili e, soprattutto, persone competenti a guidare questo comparto strategico per la cultura e l’identità del nostro Paese”.
Per il M5S invece, in Italia “sta accadendo l’esatto contrario“. Infine i pentastellati hanno attaccato direttamente Lucia Borgonzoni che, “se avesse un minimo di dignità politica, si sarebbe già dimessa. Invece ieri era lì, in prima fila, a farsi umiliare pubblicamente da chi rappresenta davvero questo mondo, che non ne può più di essere preso in giro”.
“E se il ministro Giuli non fosse ormai completamente commissariato – hanno aggiunto – avrebbe già ritirato a Borgonzoni le deleghe sul cinema. Ma evidentemente la logica della spartizione politica vale più della qualità e della responsabilità“. “Il cinema italiano merita rispetto, non passerelle”, hanno concluso.
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