Attentato a Sigfrido Ranucci, i figli sono "orgogliosi di papà, non abbiamo più paura di prima"
Le dichiarazioni forti dei figli di Sigfrido Ranucci dopo l'attentato esplosivo fuori la loro casa e che ha distrutto l'auto del giornalista
Dopo l’attentato a Sigfrido Ranucci, fuori la sua casa in una frazione di Pomezia e che provocato l’esplosione della sua auto, sono intervenuti anche i familiari. Il conduttore di Report ha tre figli: Giordano, Michela ed Emanuele. Il terzogenito era già intervenuto in passato rispondendo ad un trafiletto satirico su Il Foglio che ironizzava su un’inchiesta del padre. In questo caso hanno voluto ulteriormente sottolineare come siano orgogliosi del papà e del suo lavoro, anche loro non si lasciano intimidire da quanto è accaduto.
- Le dichiarazioni dei figli di Sigfrido Ranucci
- L'attacco de Il Foglio
- La replica del figlio Emanuele
Le dichiarazioni dei figli di Sigfrido Ranucci
“Non abbiamo paura, non più di prima”. Queste le prime parole dei figli di Sigfrido Ranucci appena rientrati a casa a Pomezia, nella frazione di Campo Ascolano.
Un’esplosione nella notte del 16 ottobre ha danneggiato l’auto del giornalista che ha rivelato un grave precedente intimidatorio, dei proiettili proprio davanti al cancello di casa.
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L’orgoglio per il lavoro d’inchiesta del padre è la loro forza come “la stima di tantissima gente”.
Come in ogni professione ci sono onori e oneri.
È necessario stare sempre con gli occhi aperti ed essere consapevoli che ci sono anche detrattori hanno aggiunto Giordano ed Emanuele.
L’attacco de Il Foglio
Nel gennaio scorso ci fu un vespaio di polemiche per una frase pubblicata da Il Foglio.
Ricordando il lavoro da inviato a Sumatra di Sigfrido Ranucci per lo tsunami del 2005, Andrea Mercenaro scrisse “Per Ranucci purtroppo sembrava fatta, è riuscito a tornare”.
Parole a cui seguì anche una controreplica alle risposte del figlio Emanuele e dello stesso giornalista di Report.
“Lui per fortuna è vivo, è chi lo tocca che muore”, una battuta a cui seguirono però anche le scuse al collega.
La replica del figlio Emanuele
Emanuele Ranucci scrisse un post sui social che risulta ancora attuale dopo l’attentato al padre.
“Vivo da sempre con il pensiero, il timore che ogni volta che saluto mio padre possa essere l’ultima”.
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