Aumentano i reati in Italia, il rapporto del Censis con la classifica delle città meno sicure da Milano a Roma
Secondo il primo Rapporto Univ-Censis, "La sicurezza fuori casa", nel 2024 i reati in Italia sono stati in crescita del 3,8% rispetto al 2019
In Italia aumentano i reati. È quanto è emerso dal primo Rapporto Univ-Censis “La sicurezza fuori casa”, realizzato su un campione di 1.000 italiani adulti. Nel 2024 le denuncia sono cresciute del 3,8% rispetto al 2019, Le città meno sicure vedono al primo posto Roma, seguita da Milano e Napoli.
- I dati sui reati in Italia
- Quali sono le città e le province meno sicure
- Le risorse per garantire la sicurezza
I dati sui reati in Italia
Nel report si legge che nel 2024 le denunce per reati commessi nel nostro Paese sono state 2.388.716, in crescita del 3,8% rispetto al 2019 e del 2% rispetto al 2023.
La nota positiva è che siamo ancora lontani dai 2.812.936 reati del 2014 e, sostiene il documento, è ancora presto per dire se la crescita sia solo una piega congiunturale o sia l’evidenza di un vero e proprio cambio di ciclo.
Fonte foto: IPA
Un’auto dei carabinieri
Entrando nel dettaglio sulla tipologia di reati, nel 2024 le rapine sono state 28.631, di queste 16.510 sono rapine in pubblica via, cresciute del 24,1% rispetto al 2019.
I borseggi denunciati sono stati 140.690, in crescita del 2,6% rispetto al 2019, mentre gli scippi, che implicano un contatto diretto con la vittima per strapparle qualcosa dalla mano o di dosso, sono stati 13.474, in aumento del 7,9% rispetto al 2019.
Quali sono le città e le province meno sicure
Se si considera l’incidenza dei reati sulla popolazione, la provincia che presenta il numero più alto di atti fuorilegge è Milano, dove nel 2024 si sono consumati 69,7 reati ogni 1.000 abitanti.
Al secondo posto si trova Firenze con 65,3 reati denunciati e al terzo Roma, con 64,1 crimini sulla stessa quota di popolazione. Seguono Bologna con 60,9 atti criminali per 1.000 abitanti e, a breve distanza, la provincia di Rimini con 60,3 ogni 1.000 abitanti.
Il territorio dove i reati sono cresciuti di più nell’ultimo anno è Monza Brianza che ha registrato un aumento del 12,4% dal 2023 al 2024.
Roma guida la classifica delle province e città metropolitane con 271.033 reati denunciati nel 2024, pari all’11,3% del totale Italia, seguita da Milano con 226.230 reati (9,5% complessivo), Napoli con 132.809 e Torino con 128.919.
I reati commessi nell’area metropolitana di Roma negli ultimi 5 anni sono cresciuti del 23,2%. Aumentano, in particolare, due reati che destano grande allarme sociale: le rapine in pubblica via, che nel 2024 sono state 2.014, in aumento del 51,3% rispetto al 2019 e i borseggi, che sono stati 33.455, cresciuti del 68%.
Le risorse per garantire la sicurezza
Le risorse dello Stato destinate a garantire l’ordine pubblico, sottolinea il Rapporto, si integrano con quelle private attraverso un’offerta che nel tempo ha aumentato i propri ambiti di intervento e i propri standard qualitativi. Gli stessi italiani sono convinti per il 65,1% del totale che lo Stato da solo non ce la può fare a presidiare tutte le aree e i luoghi essenziali per la vita delle persone e insieme riconoscono il ruolo e il valore sociale della sicurezza privata.
Per il 74,4% della popolazione gli operatori della sicurezza sono una presenza indispensabile e il 73,5% dichiara di aver fiducia negli operatori della sicurezza privata.
Circa 12 milioni di italiani hanno chiesto almeno una volta assistenza o informazioni agli operatori della sicurezza privata e quasi 8 milioni, il 15,4% del totale, hanno fatto ricorso a un operatore poiché si trovavano in una situazione di pericolo. In questo contesto, il 73,3% dei cittadini pensa che si dovrebbero ampliare gli ambiti di intervento della vigilanza privata.
Gli italiani sono convinti che il lavoro delle guardie giurate sia prima di tutto utile (42,2%) e poi pericoloso (30,6%). Questo giudizio si combina con la convinzione, espressa dal 59,2% della popolazione, che si tratti di un lavoro che è pagato troppo poco, mentre il 79,2% ritiene che avrebbe bisogno di maggiore riconoscimento e visibilità.
Nel 2024 risultano attive in Italia 1.696 imprese di vigilanza e servizi connessi, che impiegano complessivamente poco meno di 94.000 addetti, con una media di 55 addetti per impresa. Negli ultimi anni le aziende del settore hanno molto investito in selezione e formazione del personale e in aggiornamento dei mezzi e delle risorse tecnologiche.
