Chi è Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran: perché Israele vuole eliminarlo durante la guerra e dove lo cerca

Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran da 36 anni, è uno dei bersagli di Israele nella guerra in corso con Teheran: ecco la sua storia

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Mentre prosegue la guerra tra Israele e Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, 86 anni, rimane al comando da un luogo segreto. Guida suprema dal 1989, è lui a prendere ogni decisione politica, militare e religiosa in Iran. Il suo nome è al centro della strategia di Benjamin Netanyahu, che potrebbe puntare alla sua eliminazione.

Ali Khamenei, la guida suprema dell’Iran che Israele vuole colpire

Nel pieno della guerra, Ali Khamenei continua a guidare l’Iran da una località sconosciuta. Secondo fonti iraniane, potrebbe trovarsi a Mashhad, città natale, mentre altre ipotesi lo vogliono ancora a Teheran, accanto al popolo sotto i raid israeliani.

Il premier Benjamin Netanyahu ha lasciato intendere che l’obiettivo finale potrebbe essere l’eliminazione fisica della Guida suprema, per decapitare quella che considera la più pericolosa teocrazia della regione. Da anni al vertice del potere, Khamenei è visto come l’architetto del regime repressivo iraniano. Dopo l’uccisione del capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, le sue misure di sicurezza sono state rafforzate.

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Ali Khamenei

Dall’ascesa nel 1989 alla repressione: 36 anni di potere

Nato a Mashhad nel 1939, Ali Khamenei è guida suprema dal 1989, succeduto all’ayatollah Khomeini. Prima era stato presidente dell’Iran dal 1981 al 1989. La sua elezione fu controversa: all’epoca non era nemmeno ayatollah, ma hojatolleslam e molti lo consideravano inadatto.

È sopravvissuto a un attentato nel 1981 e a un cancro nel 2014. Da allora ha costruito un potere solido, basato sull’alleanza con i pasdaran e la marginalizzazione degli oppositori.

Ha represso ogni forma di dissidenza, dal Movimento Verde del 2009 alla rivolta Donna, Vita, Libertà del 2023, che ha visto 20mila arresti e 500 morti.

Khamenei è accusato di violazioni sistematiche dei diritti umani, censura, persecuzioni contro giornalisti, attivisti, minoranze e oppositori politici. Sostiene la repressione delle donne e criminalizza l’omosessualità. In pubblico si mostra sobrio, nemico del lusso, difensore dell’Islam rivoluzionario del 1979, ma dietro questa immagine ha costruito un sistema autoritario e personale.

Le ipotesi sul futuro dell’Iran

L’eventuale uccisione di Khamenei cambierebbe radicalmente lo scenario della guerra Israele-Iran. Secondo la Costituzione iraniana, in caso di morte della Guida suprema, l’Assemblea degli Esperti dovrebbe eleggerne un successore.

Da anni circola il nome del figlio Mojtaba, secondo molti destinato a ereditare il potere. Ma non è ayatollah, non è mai stato eletto e non gode della fiducia del clero. Una sua nomina potrebbe scatenare tensioni interne, lotte tra pasdaran, riformisti e fazioni religiose.

Il vuoto di potere potrebbe far esplodere una guerra civile, un colpo di stato militare o un intervento della diaspora iraniana con il ritorno di figure come Reza Pahlavi. L’Iran, che controlla milizie in Siria, Libano, Iraq e Yemen, potrebbe trascinare l’intera regione in una spirale di violenza incontrollabile.

La figura di Khamenei resta quindi centrale non solo per l’Iran, ma per l’intero equilibrio del Medio Oriente.

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