Colpo di scena sul caso Liliana Resinovich, il tecnico dell'obitorio svela: "La frattura forse è opera mia"
Colpo di scena nel caso della morte di Liliana Resinovich: il tecnico dell’obitorio avrebbe confessato di essere responsabile di una frattura
Incredibile colpo di scena nel caso della morte di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio: il preparatore anatomico che partecipò all’autopsia ha rivelato agli inquirenti che potrebbe essere stato lui a causare la frattura da una vertebra presente nel corpo della donna.
Colpo di scena nel caso Resinovich
La nuova rivelazione arriva direttamente dal tecnico anatomico che aveva partecipato all’esame autoptico sul corpo di Liliana Resinovich.
L’uomo si è spontaneamente presentato agli inquirenti della Procura di Trieste e ha dichiarato che la frattura su una vertebra cervicale – ritenuta in precedenza compatibile con un possibile gesto violento – potrebbe essere stata provocata accidentalmente da lui stesso durante le operazioni post-mortem.
Fonte foto: ANSA
Proprio la frattura della vertebra era stata al centro di uno scontro tra la difesa di Sebastiano Visintin, il marito di Liliana indagato per l’omicidio della moglie, e i consulenti dei familiari. Il conflitto che verrà ora alimentato da queste nuove dichiarazioni.
L’autopsia sul corpo della donna
La frattura alla vertebra toracica T2 emersa durante l’autopsia è stata oggetto di controversia tra i consulenti della difesa e quelli dei familiari della donna.
Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, aveva infatti più volte criticato la prima autopsia, sostenendo che sul corpo della sorella vi fossero segni di violenza non adeguatamente valutati. Proprio a seguito delle pressioni della famiglia, il corpo è stato riesumato nel febbraio 2024 per una nuova autopsia, da cui sono emersi ulteriori elementi, tra cui la frattura vertebrale, inizialmente non riscontrata.
Il legale della famiglia, Nicodemo Gentile, ha definito la prima autopsia “gravemente lacunosa”, mentre il fratello Sergio ha presentato un esposto contro i periti iniziali parlando di “errori imperdonabili”.
La morte di Liliana Resinovich
Liliana Resinovich era scomparsa il 14 dicembre 2021 da Trieste e il suo corpo fu ritrovato venti giorni dopo, il 5 gennaio 2022, in un’area boschiva dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, avvolto in sacchi di plastica.
Inizialmente si era ipotizzato un allontanamento volontario, poi un suicidio, ipotesi sempre contestata dai familiari. Le indagini si sono concentrate anche sul marito della donna, Sebastiano Visintin, e sull’amico speciale Claudio Sterpin, ma finora non sono emersi riscontri tali da formulare accuse definitive.
La vicenda è ancora al centro di un’inchiesta aperta per omicidio. Con la nuova testimonianza del tecnico, si riapre però un fronte investigativo che potrebbe incidere profondamente sulle conclusioni degli inquirenti.
