Delitto di Garlasco, i post Facebook sospetti di Andrea Sempio su Alberto Stasi dopo la condanna
Il pm Napoleone ha chiesto a Stasi dell’interesse quasi ossessivo che Andrea Sempio sembrerebbe avere nei suoi confronti e dei video intimi con Chiara
Nell’interrogatorio del procuratore Fabio Napoleone ad Alberto Stasi, molte domande sono state dedicate alla sua conoscenza con Andrea Sempio e alla presunta ossessione che quest’ultimo sembrerebbe avere per l’ex fidanzato di Chiara Poggi. L’attenzione nella nuova indagine sul delitto di Garlasco è rivolta, in particolare, su alcuni post che Sempio pubblicò nei giorni della condanna in appello e poi in cassazione. A Stasi è stato chiesto conto anche dei video intimi con Chiara.
- I post Facebook e l'ossessione di Sempio per Stasi
- I video di Stasi con Chiara
- L'impronta e i punti controversi dell'indagine
- I dubbi sull'alibi di Sempio e il ticket del parcheggio
I post Facebook e l’ossessione di Sempio per Stasi
Alberto Stasi avrebbe ribadito al pm Napoleone di non aver mai visto Andrea Sempio e di non averne mai sentito parlare neanche da Chiara. Poi gli è stato chiesto dei post su Facebook che Sempio pubblicò nei giorni della condanna in appello il 17 dicembre 2014, e in cassazione il 13 dicembre 2015.
Da scritti e diari sequestrati in casa di Andrea Sempio sembra trasparire un interesse quasi ossessivo nei confronti di Stasi.
Fonte foto: ANSA
Andrea Sempio
Questi richiami si aggiungono alle frasi ambigue già trovate in cui Sempio affermava di aver “fatto cose così brutte che nessuno può neanche immaginare”.
Intanto il Racis dei carabinieri sta tracciando il suo profilo psicologico, mentre una consulenza ridisegnerà la dinamica dell’omicidio in base alla Bpa, lo studio delle tracce di sangue.
I diari, i quaderni, i documenti e gli scritti trovati nell’appartamento di Sempio e che gli inquirenti stanno analizzando sono tutti materiali che risalgono, al massimo, al 2017, come se avesse cancellato il passato precedente alla prima inchiesta che lo ha riguardato.
I video di Stasi con Chiara
Il pm ha chiesto a Stasi alcuni dettagli sui video (anche intimi) realizzati con Chiara, in particolare ha cercato di capire come se li scambiassero e su quali supporti erano conservati.
Di queste clip aveva parlato il fratello della vittima, Marco Poggi, nell’interrogatorio del 18 ottobre 2007. Il ragazzo ne era venuto a conoscenza per caso un anno prima usando il pc della sorella, senza averli mai visti, né aver condiviso la cosa con nessuno.
L’impronta e i punti controversi dell’indagine
Intanto proseguono gli esami scientifici della Procura di Pavia sull’impronta numero “33” trovata sul muro delle scale che portano al seminterrato di casa Poggi e che i consulenti della Procura Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli “alla luce delle nuove potenzialità tecniche a disposizione” attribuiscono all’indagato Andrea Sempio.
Nella relazione dei consulenti che hanno effettuato l’analisi sulle impronte, ce ne è anche un’altra, la numero “10”, che all’epoca non venne attribuita e fu ritenuta di “nessuna utilità”.
Questo segno è stato trovato “sulla superficie interna del portone d’ingresso sull’anta mobile (sinistra per chi entra)”.
I consulenti la indicano come “comparabile“, anche se il confronto con i familiari Poggi, Stefania Cappa, e gli amici di Marco Poggi, Biasibetti, Capra, Freddi, ha escluso compatibilità così come anche con Sempio e Stasi.
L’impronta sarà tra quelle che verranno analizzate nell’incidente probatorio per la ricerca di materiale genetico nelle “para adesive” e per gli inquirenti è una traccia potenzialmente decisiva.
Nelle 13 pagine sulle indagini che avevano portato alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni, ci sarebbero diversi punti controversi. In quella relazione i carabinieri sostenevano che qualora fossero state riscontrate tracce di sangue, quell’impronta, allora utilizzabile solo per una “esclusione” ma non per una identificazione, sarebbe stata la traccia dell’uscita dell’assassino dalla villetta.
I dubbi sull’alibi di Sempio e il ticket del parcheggio
Ci sono dubbi anche riguardo al ticket del parcheggio, senza targa, che avrebbe rappresentato l’alibi di Andrea Sempio collocandolo a Vigevano la mattina del delitto.
Da una rilettura di celle e tabulati gli investigatori sarebbero risaliti a un messaggio inviato dopo le 9 del 13 agosto dalla madre di Sempio al vigile del fuoco, già sentito come teste, che quella mattina, dallo statino del lavoro, era in servizio proprio a Vigevano. L’ipotesi è che il messaggio servisse ad accordarsi per un incontro e che lo scontrino, in realtà, sia quindi riferibile alla donna.
