Delitto di Garlasco, in casa di Chiara Poggi con l'assassino "c'era un secondo uomo": l'ipotesi di un esperto

Con Chiara Poggi c'erano due uomini? Le nuove ipotesi sul delitto di Garlasco secondo un esperto di balistica: gli elementi analizzati

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Sulla scena del delitto di Garlasco “c’era un secondo uomo” insieme all’assassino. L’ipotesi arriva da Enrico Manieri, un esperto di balistica già consulente tecnico in altri processi, compreso quello al mostro di Firenze. Quindi in casa con Chiara Poggi ci sarebbero stati almeno due uomini: a suggerirlo, secondo Manieri, sarebbero le tracce di sangue rinvenute sul telefono e due distinte impronte di scarpe rilevate sulle scale che conducono al piano interrato, dove giaceva il corpo senza vita della ragazza.

Due uomini insieme a Chiara Poggi?

Ascoltato dal Giornale di Brescia Enrico Manieri, esperto di balistica e consulente tecnico in vari processi, compreso quello contro il mostro di Firenze, ha fornito la sua versione sul delitto di Garlasco.

Manieri racconta che “una persona”, durante l’appello per il mostro di Firenze, gli avrebbe chiesto di “valutare nel dettaglio” le macchie di sangue presenti sulla scena del delitto di Garlasco.

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In via Pascoli 8 c’erano due uomini? Le nuove ipotesi sul delitto di Garlasco secondo l’esperto di balistica Enrico Manieri

Quindi ha “raccolto le immagini del sopralluogo del Ris” dalle quali ha tratto le sue conclusioni: “È evidente che in questo caso le tracce parlano“.

Secondo Manieri: “Le persone nella villetta il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi” sarebbero state “almeno due”. Una di esse potrebbe essere “quella con le scarpe con le suole a pallini“, l’altra “quella che ha lasciato i segni sul muro delle scale“. In che senso?

Le impronte

Fermiamo un fotogramma: il 13 agosto 2007 Chiara Poggi è stata rinvenuta cadavere in fondo alle scale che conducono alla cantinetta del villino di via Pascoli 8. La ragazza poggiava sulla parte anteriore del corpo, le gambe posizionate sugli scalini superiori e il volto in basso.

Se sommiamo “la conformazione dei gradini” e la “posizione delle macchie” Manieri ipotizza che “il corpo sia caduto a chi lo stava trasportando”. Fa notare, inoltre, che “ci sono delle strisciate sul muro che richiamano ad una suola di scarpa” che si presenta “diversa dall’unica che è stata repertata”. Tale impronta “non appartiene a nessuno dei soccorritori o delle altre persone entrate nella casa dopo il ritrovamento”.

Infine, tale suola di scarpa sarebbe sovrapponibile allo “stesso tipo di scarpe che sono poi state trovare nel fosso in località Groppello”.

Le macchie sul telefono dopo il delitto di Garlasco

Un altro indizio che spinge Manieri a una rilettura sul delitto di Garlasco sono le macchie di sangue sul telefono fisso di casa Poggi.

L’esperto ricorda che “c’era una macchia di sangue nello spazio tra la base e la cornetta” che lo ha portato a chiedersi “come ha fatto ad arrivarci”. Manieri racconta di aver comprato almeno due apparecchi dello stesso modello sui quali dice di aver “fatto degli esperimenti” che lo hanno portato a scoprire “che la cornetta doveva essere sollevata“. Un “elemento che non torna”, sottolinea Manieri, dal momento che all’arrivo dei carabinieri la cornetta del telefono risultava agganciata alla base.

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