Delitto di Garlasco, l'avvocato di Andrea Sempio attacca la Procura per le indagini sui presunti bigliettini
L’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, critica la Procura di Pavia per i “bigliettini” del caso Garlasco: “Non li ho visti, è indagine di parte”
Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, ha criticato aspramente le azioni della Procura di Pavia. L’avvocato ha spiegato di non avere mai visionato i presunti bigliettini o diari sequestrati, né di aver ricevuto comunicazione da parte del suo assistito. Non solo. Ha anche messo in dubbio la correttezza delle indagini, sottolineando i limiti delle informazioni circolate definendo l’attività della polizia giudiziaria “di parte” e quindi non immune da errori.
- L'avvocato e i bigliettini di Andrea Sempio
- L'indagine di parte sul delitto di Garlasco
- Taccia e Lovati contro le “notizie strampalate”
L’avvocato e i bigliettini di Andrea Sempio
Ai microfoni di Mattino Cinque, venerdì 23 maggio Lovati ha dichiarato di non aver mai avuto accesso ai documenti su cui la Procura sta basando le nuove indagini.
Ha precisato di non aver mai visionato i bigliettini oggetto di speculazione mediatica e che il suo assistito non gli ha mai parlato di diari segreti relativi al caso.
Fonte foto: ANSA
Andrea Sempio
Lovati ha quindi additato una possibile fuga di notizie non verificata come elemento che può distorcere il corretto svolgimento del dibattimento.
L’indagine di parte sul delitto di Garlasco
Lovati ha evidenziato che è compito della polizia giudiziaria agire per conto della Procura e ha sottolineato che questa impostazione implica rischio di errore.
Il legale ha invitato a chiedersi se i bigliettini sono realmente stati visti da qualcuno in Procura, osservando che l’attività investigativa resta parziale e non condivisa con i difensori e ha sottolineato la necessità di tutelare il diritto alla difesa in uno stato di diritto.
Taccia e Lovati contro le “notizie strampalate”
Anche l’avvocata Angela Taccia, nei giorni scorsi, ha denunciato sulla stampa la diffusione di “notizie strampalate” e dichiarazioni non supportate da atti ufficiali.
Insieme a Lovati, si è appellata alla necessità di primo accesso documentale e contraddittorio tecnico prima di divulgare informazioni che possono influenzare irreversibilmente la narrativa pubblica sul caso Garlasco.
In definitiva, sia Lovati che Taccia invitano a non dare nulla per scontato, sollecitando trasparenza e rigore nel confronto tra accusa e difesa.
Secondo i due legali, la Procura dovrà ora chiarire il contenuto di quei documenti, garantire l’accesso ai legali e avviare un contrappunto tecnico, affinché non siano i media a scrivere la trama conclusiva sul delitto di Garlasco.
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