Delitto di Garlasco, Massimo Lovati esclude la presenza di altre persone nella villetta: "L'assassino è uno"

Sul delitto di Garlasco, l’avvocato Massimo Lovati esclude il concorso: "Sempio non c’era, ha agito una sola persona", ha detto a Mattino Cinque

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Il delitto di Garlasco continua a essere al centro dell’attenzione. Tra le voci più decise c’è quella dell’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, oggi formalmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Intervenuto in diretta televisiva a Mattino Cinque mercoledì 11 giugno, Lovati ha escluso in modo netto il coinvolgimento del suo assistito e, soprattutto, ha respinto l’idea che sulla scena del crimine potessero esserci più persone.

Delitto di Garlasco, parla Massimo Lovati

“L’omicidio è stato compiuto da una sola persona”, ha detto Lovati. “Andrea Sempio non è mai entrato nella villetta dei Poggi e l’ipotesi del concorso è priva di fondamento”.

Secondo il penalista, l’attuale riapertura delle indagini rischia di essere viziata da un’impostazione pregiudiziale: “Prima si costruisce un’accusa in concorso e poi si cercano i complici”. Una logica, ha detto, “di giustizia inversa”.

delitto di Garlasco Massimo LovatiANSA

Andrea Sempio è assistito dall’avvocato penalista Massimo Lovati

Tracce, impronte e il peso della “vecchia” inchiesta

Lovati ha messo in discussione anche gli elementi tecnici raccolti finora. In particolare, ha definito “contestabili” sia il DNA di Sempio che la cosiddetta impronta 33, la traccia rilevata sul muro interno della casa.

“Non c’erano tracce di sangue. Le analisi dei Ris dell’epoca l’hanno escluso. Parlare oggi di sangue è infondato”, ha detto il legale a Mattino Cinque.

Anche la presunta presenza di Sempio è oggetto di discussione: “Era assente dall’elenco delle persone che frequentavano la casa, ma può essere stata una semplice dimenticanza”.

Il “sogno della Bozzola” e il dubbio sul racconto di Stasi

Lovati ha infine ribadito la sua visione alternativa: Alberto Stasi sarebbe stato usato per coprire qualcuno. “Non ha detto la verità, non per scagionarsi, ma per proteggere i mandanti del delitto. L’ha fatto per paura”.

La tesi si lega a un suo noto “sogno” del 2007, che lo ha portato a immaginare connessioni con il santuario della Bozzola e a sospettare contesti oscuri nel territorio. “Già allora si parlava di pedofilia”, ha detto Lovati.

Verso l’incidente probatorio del 17 giugno

In vista dell’incidente probatorio previsto per il 17 giugno, la difesa di Andrea Sempio si prepara a contrastare punto su punto ogni accusa.

Lovati lo ha chiarito: “Difendiamo Chiara Poggi cercando la verità. E questa verità non si trova in Alberto Stasi”. Un’affermazione che, a distanza di quasi vent’anni dal giorno dell’omicidio, riaccende la sfida giudiziaria e pubblica sul delitto di Garlasco, uno dei casi più controversi della cronaca italiana recente.

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