Alcivar Chenche Ana Sergia morta a Roma dopo una liposuzione, arrivata in ospedale con un infarto in corso
Una donna è morta a Roma dopo aver accusato un malore durante un intervento di liposuzione in uno studio a Primavalle: 3 indagati per omicidio
Una donna è morta a Roma dopo aver accusato un malore durante la liposuzione effettuata in uno studio di Primavalle. Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo. La vittima è Alcivar Chenche Ana Sergia, 47enne originaria dell’Ecuador, trasportata d’urgenza al Policlinico Umberto I, dove è deceduta. Sul caso hanno avviato le indagini la Polizia. Lo studio non aveva una regolare autorizzazione da 13 anni. Il gestore, Jose Lizarraga Picciotti, ha precedenti per lesioni.
- Alcivar Chenche Ana Sergia morta durante la liposuzione: cosa è successo a Primavalle
- Tre indagati per omicidio colposo per la donna morta a Primavalle
- Lo studio non aveva l'autorizzazione dal 2012
- Chi è José Lizarraga Picciotti, il medico con precedenti per lesioni
- Attesa per l'autopsia
- L'allarme lanciato dai medici
Alcivar Chenche Ana Sergia morta durante la liposuzione: cosa è successo a Primavalle
Alcivar Chenche Ana Sergia è morta attorno domenica 8 giugno al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, dove era arrivata a bordo di un’autoambulanza privata chiamata da uno studio di medicina estetica in via Roncati 6, in zona Torrevecchia, nel quartiere Primavalle.
Secondo quanto riferito da ANSA, avrebbe avuto un infarto durante una liposuzione, iniziata verso le ore 17.
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La donna sarebbe morta dopo aver accusato un malore in un ambulatorio in zona Torrevecchia, nel quartiere Primavalle di Roma
Avrebbe accusato una perdita di coscienza associata a un’ipotensione marcata e un quadro generale di shock da ricondurre a molteplici cause.
Secondo quanto ricostruito da LaPresse, il medico, l’anestetista e l’infermiera dello studio medico avrebbero tentato in un primo momento di praticare le manovre di rianimazione senza chiamare i soccorsi e poi, dopo qualche ora, avrebbero chiamato un’autoambulanza privata con un medico a bordo, senza contattare il 118.
La donna sarebbe arrivata al Policlinico Umberto I alle 20:32 in arresto cardiocircolatorio e già intubata: sul mezzo di soccorso è stata anche sottoposta a massaggio cardiaco da parte dell’anestesista che la accompagnava.
Il tentativo di rianimazione, in ospedale, sarebbe durato oltre un’ora.
Tre indagati per omicidio colposo per la donna morta a Primavalle
Sulla morte della donna dopo il malore accusato durante l’intervento di liposuzione ha avviato le indagini la Polizia. L’ambulatorio è stato posto sotto sequestro per consentire ulteriori rilievi.
La Procura ha iscritto nel registro degli indagati il chirurgo, l’anestetista e l’infermiera, con l’ipotesi di omicidio colposo.
Lo studio non aveva l’autorizzazione dal 2012
Lo studio medico, secondo quanto riferito da ANSA, era sprovvisto di autorizzazione da 13 anni: l’ultima, della durata di cinque anni, risale al 2007.
Chi è José Lizarraga Picciotti, il medico con precedenti per lesioni
Secondo ANSA, il titolare della struttura, José Lizarraga Picciotti, medico cittadino peruviano di 65 anni, avrebbe precedenti per lesioni riguardo interventi avvenuti nel 20b06 e nel 2018: è stato denunciato da pazienti che si erano sottoposte a liposuzione e interventi di chirurgia estetica.
Anche l’anestesista avrebbe alcuni precedenti per vicende, però, non legate alla professione medica.
Attesa per l’autopsia
Mercoledì 11 giugno il pm Andrea D’Angeli, titolare del procedimento, affiderà l’incarico per l’autopsia sul cadavere della 47 enne.
L’allarme lanciato dai medici
Il Corriere della Sera riporta l’allarme lanciato da Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri): “La medicina estetica va messa in sicurezza. Quanto accaduto a Roma segue altri episodi simili negli ultimi mesi. Avevamo già chiesto un intervento di carattere legislativo che limiti l’attività chirurgica-estetica solo a chi ha titoli e competenze”.
Ancora Anelli: “I cittadini devono sapere che chi ci mette le ‘mani addosso’ è formato per farlo al meglio. Si devono definire i percorsi formativi che portano a sviluppare le competenze e avere elenchi da custodire negli Ordini sulla base di questi percorsi. Le società scientifiche di riferimento si stanno muovendo e abbiamo avviato degli incontri, noi daremo il nostro contributo”.
