Donna morta dopo la liposuzione, lite in ambulanza tra anestesista e autista: il racconto choc del compagno
Il compagno della donna morta dopo un intervento di liposuzione a Roma ha parlato di una lite in ambulanza tra l'autista e l'anestesista
Jorge Manuel Salas Garcia, compagno di Ana Sergia Alcivar Chenche, la donna morta dopo il malore accusato durante un intervento di liposuzione a Roma, ha raccontato di una lite che ci sarebbe stata in ambulanza tra anestesista e autista il giorno del decesso della moglie. I due avrebbero discusso sull’ospedale in cui portarla.
- La lite in ambulanza dopo il malore durante la liposuzione
- L'intervento di liposuzione e il malore della donna
- Il ruolo dell'anestesista
La lite in ambulanza dopo il malore durante la liposuzione
Il Corriere della Sera ha riportato il racconto choc del compagno della donna: “Ero sull’ambulanza con Ana stesa sul lettino priva di sensi. Si vedeva che stava male, ma l’anestesista e l’autista invece di sbrigarsi e pensare a lei, discutevano su dove fosse meglio portarla“.
L’uomo ha spiegato così la discussione: “Il conducente sosteneva di conoscere un ospedale molto vicino e che sarebbe stato meglio andare lì, mentre l’altro si è impuntato che voleva andare al Policlinico Umberto I, molto più lontano”.
ANSA
L’esterno dell’appartamento trasformato in ambulatorio.
L’intervento di liposuzione e il malore della donna
Il chirurgo estetico José Lizarraga Picciotti è accusato di omicidio colposo in concorso.
Jorge Manuel Salas Garcia ha ricordato che Ana aveva contattato il medico tramite la comunità peruviana e con la sua amica Monica aveva deciso di andare nel suo ambulatorio. S’era messa d’accordo per pagarlo 4.300 euro, per una liposuzione e un ritocco al mento. Gli aveva fatto un bonifico da mille e il resto gliel’ha consegnato in contanti”.
Sull’intervento, il compagno della donna ha raccontato: “Alle 14 è entrata Monica che è uscita dopo un paio d’ore d’intervento. Era andato tutto ok. Alle 17,15 è toccato a lei. Un’ora e mezzo più tardi il chirurgo è uscito dicendomi che c’era un problema con l’anestesia, forse di ipertensione. È passata quasi un’altra ora prima che ricomparisse più preoccupato: ‘La situazione è problematica — mi ha detto — bisogna chiamare un’ambulanza’.
In base alla ricostruzione riferita dal Corriere della Sera, qualcuno dall’ambulatorio ha avvisato una società privata di ambulanze mentre Garcia ha telefonato al 118. Dopo una breve conversazione con l’operatore, il compagno della donna ha però chiuso la linea. “Era arrivata l’altra ambulanza, l’ho vista dalla finestra”, ha spiegato.
“Il chirurgo è rimasto nello studio – ha proseguito l’uomo – Noi siamo arrivati al pronto soccorso alle 20 circa. Poi ci ha raggiunto anche il dottor Picciotti”.
Il ruolo dell’anestesista
Nel caso risultano indagati anche un infermiere e l’anestesista Paolo Colcerasa, che fino a due anni fa era in servizio proprio al Policlinico Umberto I e che è attualmente in pensione. Come riportato dal Corriere della Sera, avrebbe precedenti per altri reati, non sanitari.
Spetterà ora alle indagini stabilire eventualmente a cosa sia stata legata la sua presunta insistenza, descritta dal compagno della vittima, nell’indicare all’autista dell’ambulanza di recarsi nel suo ex ospedale, più lontano.
L’autopsia sul corpo di Ana Sergia Alcivar Chenche è in programma giovedì 12 giugno all’istituto di Medicina legale della Sapienza. Stabilirà se senza ritardi Ana potesse essere salvata.
Se dagli esami tossicologici dovessero emergere compatibilità tra il malore fatale e l’anestesia, la posizione di Colcerasa potrebbe aggravarsi.
