Femminicidio a Lettomanoppello, donna uccisa dall'ex marito Antonio Mancini: ha sparato anche al nipotino

Femminicidio a Lettomanoppello, Antonio Mancini dopo aver ucciso l'ex moglie avrebbe preso di mira anche il nipotino 12enne

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Emergono ulteriori inquietanti dettagli sul femminicidio di Lettomanoppello, in provincia di Pescara. Antonio Mancini, dopo aver ucciso l’ex moglie Cleria, avrebbe sparato anche al nipotino 12enne, con il proiettile che avrebbe sfiorato l’orecchio del bambino. A dichiararlo è stato il figlio della vittima e dell’assassino che ha definito la morte della madre “una tragedia annunciata”.

La dinamica del femminicidio di Lettomanoppello

A ricostruire la dinamica del femminicidio di Cleria Mancini, per tutti gli abitanti del paese Clelia, è il figlio della vittima in un’intervista a Tgr Abruzzo.

Basandosi anche sul racconto di suo figlio 12enne, che suo malgrado era presente al momento dell’omicidio della nonna, Camillo, questo il nome del figlio di Cleria Mancini, ha raccontato che il padre ha aperto il fuoco davanti a molti testimoni in una strada centrale di Lettomanoppello e davanti alla frequentatissima farmacia del paese.

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Lettomanoppello, provincia di Pescara, luogo dove è avvenuto il femminicidio di Cleria Mancini

Dopo una lite in cui la donna, 66 anni, intimava all’ex marito di allontanarsi e di lasciare libero la sua famiglia che da tempo si era allontanata da lui per i suoi atteggiamenti violenti, Antonio Mancini avrebbe sparato uccidendo sul colpo la ex moglie.

Non solo, non si sarebbe fermato alla donna.

Secondo il figlio in maniera volontaria e non per errore avrebbe puntato la pistola anche sul nipote di 12 anni.

Le parole del figlio Camillo

Il colpo non avrebbe preso in pieno il bambino perché appoggiato ad una macchina e avrebbe sfiorato solo l’orecchio. “Ha sparato al petto di mia mamma e poi si è girato verso mio figlio, che ha visto un proiettile passargli a 5 centimetri dall’orecchio” ha dichiarato il figlio Camillo.

Cleria Mancini è morta sul colpo mentre l’ex marito si è dato alla fuga rifugiandosi in un bar di Turrivalignani, paese a pochi km da Lettomanoppello.

Antonio Mancini avrebbe dichiarato al titolare dell’esercizio commerciale di aver ucciso la moglie.

Prima di consegnarsi alle forze dell’ordine, avrebbe sparato alcuni colpi contro un’auto parcheggiata, distruggendola.

Il giallo della pistola di Antonio Mancini

Camillo, il figlio della vittima, ha sottolineato più volte come si trattasse di una tragedia annunciata.

Il padre, ex detenuto e pluripregiudicato, era stato allontanato da tutti i familiari per atteggiamenti violenti: “Non avevamo rapporti con lui, ma lo abbiamo sempre perdonato” ha dichiarato al Tgr Abruzzo.

L’arma in possesso di Antonio Mancini sarebbe stata rubata dallo stesso nel 2011 ad un agente di polizia penitenziaria e il figlio Camillo ha dichiarato di aver segnalato più volte ai Carabinieri che suo padre era in possesso della pistola.

L’indagato era molto attivo sui social e aveva diversi profili di cui uno con lo pseudonimo Antonio Ayatollah e su cui condivideva anche contenuti che incitavano all’odio e alla violenza.

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