Femminicidio di Cinzia Pinna, indagata Rosamaria Elvo compagna di Emanuele Ragnedda: avrebbe ripulito casa
Femminicidio di Cinzia Pinna, anche Rosamaria Elvo, compagna di Emanuele Ragnedda, è ora indagata: avrebbe aiutato il reo confesso a ripulire casa
Nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli sul femminicidio di Cinzia Pinna: anche Rosamaria Elvo, compagna di Emanuele Ragnedda, risulta ora indagata. La ristoratrice avrebbe infatti aiutato Ragnedda a ripulire casa dopo l’omicidio. L’avrebbe inoltre accompagnato ad acquistare un nuovo divano per sostituire il precedente, che presentava tracce del delitto.
- Femminicidio Cinzia Pinna, indagata Rosamaria Elvo
- Indagata la compagna di Emanuele Ragnedda: avrebbe ripulito casa
- Le nuove dichiarazioni del reo confesso
Femminicidio Cinzia Pinna, indagata Rosamaria Elvo
Nuovi dettagli sono emersi nell’ambito delle indagini sul femminicidio ai danni di Cinzia Pinna, uccisa nella notte tra l’11 e il 12 settembre a Conca Entosa.
Anche Rosamaria Elvo, compagna di Emanuele Ragnedda (reo confesso e già tratto in arresto in quanto esecutore materiale), è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Tempio Pausania.
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Carabinieri del Ris nella tenuta di Ragnedda
La donna è accusata di favoreggiamento: sembra che anche Elvo abbia avuto un ruolo nell’omicidio.
Indagata la compagna di Emanuele Ragnedda: avrebbe ripulito casa
Rosamaria Elvo, nota ristoratrice di San Pantaleo, avrebbe partecipato al femminicidio di Cinzia Pinna aiutando il compagno Emanuele Ragnedda a ripulire la casa dopo il delitto.
La donna è accusata di aver ripulito le tracce di sangue. Avrebbe inoltre accompagnato Ragnedda ad acquistare un nuovo divano, dato che il precedente risultava macchiato a causa dell’omicidio.
Sono quindi due le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati: insieme a Elvo, anche il 26enne lombardo inizialmente accusato per occultamento di cadavere, ad oggi, è indagato per favoreggiamento.
Le nuove dichiarazioni del reo confesso
Mentre le indagini proseguono, Emanuele Ragnedda ha richiesto ai magistrati di poter tornare insieme agli investigatori a Conca Entosa.
L’uomo accusato per il femminicidio di Cinzia Pinna si è detto disposto a guidare gli inquirenti per una ricostruzione degli eventi avvenuti la notte tra l’11 e il 12 settembre.
Ragnedda ha affermato di aver agito per difendersi: Pinna avrebbe infatti minacciato di tagliargli la lingua con un coltello.
Si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo della vittima: nella stanza dov’è avvenuto l’omicidio sono stati infatti trovati alcolici e tracce di cocaina.
ANSA / X @2fionas