Femminicidio di Lettomanoppello nel Pescarese, i colpi di Antonio Mancini “partiti per sbaglio”: il racconto

Antonio Mancini sarebbe dispiaciuto ma non pentito per il femminicidio dell'ex moglie Cleria Mancini a Lettomanoppello: cosa ha detto

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Sarebbero “partiti per sbaglio” i colpi esplosi da Antonio Mancini, il 69enne arrestato per il femminicidio dell’ex moglie Cleria Mancini – che tutti chiamavano Clelia – a Lettomanoppello, in provincia di Pescara. È quanto emerge dai colloqui in carcere tra l’uomo e il suo legale Marcello Cordoma. Secondo il legale, Mancini si presenta dispiaciuto ma non pentito, proprio perché secondo la sua versione quei proiettili sarebbero partiti per una casualità.

I colpi “partiti per sbaglio”

Si è tenuto sabato 11 ottobre, in carcere, il colloquio tra Antonio Mancini e il suo avvocato Marcello Cordoma. Il 69enne, arrestato per il femminicidio dell’ex moglie Cleria Mancini a Lettomanoppello, si dimostrerebbe lucidodispiaciuto, ma non pentito.

Secondo quanto riporta Ansa, infatti, al suo difensore Mancini avrebbe detto che “i colpi sono partiti per sbaglio“. L’uomo, ricordiamo, è anche accusato del tentato omicidio del nipote 12enne, presente mentre l’uomo uccideva l’ex moglie.

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Sarebbero “partiti per sbaglio” i colpi di pistola che hanno ucciso Clelia Mancini a Lettomanoppello, nel Pescarese. I nuovi dettagli sul femminicidio dopo il colloquio in carcere di Antonio Mancini con il suo avvocato

Ancora, Mancini avrebbe riferito al suo avvocato di non ricordare quanto successo a Turrivalignani, dove l’uomo è fuggito dopo aver ucciso l’ex moglie.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti riportata da AbruzzoWeb, infatti, Mancini – ma i contorni su questa fase degli eventi sono ancora da chiarire – si sarebbe barricato in un bar di Turrivalignani e avrebbe ricominciato a sparare, fortunatamente senza ferie nessuno. Lì lo hanno raggiunto i carabinieri che infine lo hanno arrestato.

Il femminicidio di Lettomanoppello

I fatti risalgono a giovedì 9 aprile. A Lettomanoppello (Pescara) Cleria Mancino, 66 anni, stava camminando per strada con il nipotino di 12 anni quando l’ex marito Antonio Mancini, 69 anni, le ha sparato contro. Come riporta Il Pescara, il pm nella contestazione provvisoria ha scritto che “dopo aver minacciato la moglie Mancini Cleria, con frasi del tipo ‘vi uccido tutti‘, sparando con una pistola semiautomatica un colpo verso di lei, ne cagionava la morte”.

Quindi, continua il pubblico ministero Giuliana Rana, l’uomo avrebbe rivolto l’arma contro il nipote e avrebbe sparato di nuovo, ma “il proiettile attingeva il lunotto posteriore di una macchina parcheggiata”, scongiurando il peggio per il minorenne. Antonio Mancini è stato arrestato con le accuse di femminicidio, tentato omicidio e minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.

Il giallo dell’arma

Repubblica scrive che ora la Procura di Pescara dovrà lavorare anche per fare chiarezza sul ruolo delle istituzioni per l’arma nelle disponibilità di Mancini. Il figlio Camillo Mancini sostiene che la madre sia stata “uccisa due volte: prima dalla violenza, poi dall’indifferenza”.

Camillo ha riferito al Tgr Abruzzo che “sapevano che aveva una pistola. L’ho segnalato più volte, ma nessuno ha fatto nulla”.

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