Francesca Albanese criticata da Massimo Gramellini dopo le frasi su Liliana Segre: "La marchesa del Grillo"

Massimo Gramellini critica Francesca Albanese per quanto detto su Liliana Segre e la chiama "marchesa del Grillo"

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Continua a tenere banco il caso di Francesca Albanese e della sua uscita di scena durante la diretta di In Onda su La7 mentre Francesco Giubilei citava la posizione di Liliana Segre sull’uso del termine genocidio in relazione a quanto sta avvenendo a Gaza. Dopo le spiegazioni del gesto date dalla giurista arriva la critica di Massimo Gramellini, che la definisce la “marchesa del Grillo“, richiamando il celebre personaggio di Alberto Sordi.

Massimo Gramellini contro Francesca Albanese

Nel suo Caffe del 7 ottobre sul Corriere della Sera, Massimo Gramellini si scaglia contro Francesca Albanese per quanto detto dalla giurista su Liliana Segre e sul tema Gaza e genocidio.

Per Albanese, scrive il giornalista, “la senatrice Liliana Segre non è autorizzata a intervenire su Gaza”.

Francesca AlbaneseIPA
 Francesca Albanese

Cosa ha detto Albanese su Liliana Segre

Sentita da Fanpage dopo l’uscita dallo studio di La7, Francesca Albanese ha parlato di un “condizionamento emotivo” che non rende Liliana Segre “imparziale e lucida” sul tema Gaza.

“Se una persona ha un tumore, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia ma da un oncologo,” ha detto la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.

“Ho grandissimo rispetto per la senatrice Segre, una persona che ha vissuto traumi indicibili”, ha detto ancora.

“Per questo sostengo che ci sono gli esperti e che non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità su quanto sta accadendo”.

Albanese “marchesa del Grillo”

Gramellini chiama Albanese la “marchesa del Grillo“, richiamando il noto personaggio di Alberto Sordi nell’omonimo film di Monicelli e la celebre frase “Io so’ io e voi non siete un c***o”.

“Nel mondo della marchesa del Grillo – attacca – solo gli psicologi e i criminologi potrebbero discutere di femminicidi, non le vittime scampate alla morte, troppo coinvolte emotivamente per riuscire credibili”.

“A forza di studiare la democrazia di Hamas, può darsi che Albanese – scrive ancora Gramellini – abbia finito per ridisegnare i contorni di un concetto che noi analfabeti funzionali ci ricordavano un po’meno elitario”.

“Una volta la democrazia non consisteva infatti nel parlare con tutti e, soprattutto, nell’ascoltarli?”.

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