Francesca Albanese spiega che ha lasciato gli studi di La7 perché "non parlo con chi non è preparato su Gaza"

Francesca Albanese lascia lo studio di In Onda dopo le parole di Giubilei su Segre e il genocidio. Spiega i motivi e replica alle polemiche

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Francesca Albanese ha spiegato perché ha lasciato gli studi di In Onda durante l’intervento di Francesco Giubilei, che citava la senatrice a vita Liliana Segre. Sarebbero due le motivazioni: la prima, un impegno precedentemente fissato, al quale stava già facendo tardi; la seconda, legata alla direzione che stava prendendo la discussione. La citazione all’opinione della senatrice Segre sul termine “genocidio” le ha fatto capire che stava parlando con persone che, a suo giudizio, non sapevano nulla di Gaza e Palestina.

Francesca Albanese lascia gli studi di In Onda

Nella giornata di lunedì 6 ottobre non si parla d’altro: Francesca Albanese ha abbandonato la puntata di In Onda in segno di protesta. Ma contro chi? La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ne ha parlato in un’intervista a Fanpage, nella quale ha sottolineato che non vuole più discutere con chi non conosce nulla di Gaza e Palestina.

Gli ospiti in studio erano Francesco Fubini e Francesco Giubilei, entrambi non considerabili esperti di Palestina come lo è la relatrice speciale.

Francesca AlbaneseANSA
In foto Francesca Albanese

La notizia dell’abbandono della puntata è diventata virale per via della tempistica del gesto, avvenuto nel momento in cui Giubilei ha dichiarato: “Sul genocidio sono d’accordo con la senatrice Segre”.

Le motivazioni dell’abbandono

Nessuna fuga: Francesca Albanese aveva già chiarito di dover lasciare in anticipo la puntata per via di un altro impegno. Alle 21 aveva infatti la registrazione di un podcast. Spiega di essere una persona molto precisa e che era già stata costretta a un ritardo.

“Non accetto di prolungarlo se devo confrontarmi con due persone che non sono preparate sul tema Gaza”, ha ammesso. Ha inoltre contestato la scelta degli interlocutori, perché non avevano conoscenze sul tema e, in questo modo, il dialogo era impossibile. Da parte sua, infatti, Albanese è una giurista e una tecnica, mentre dall’altra parte le si rispondeva con l’emotività.

Sarebbero questi due fattori ad aver portato la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati a lasciare lo studio di La7.

La questione della senatrice Segre

Resta però la coincidenza della tempistica dell’abbandono dello studio, avvenuto proprio quando Giubilei ha nominato la senatrice Segre e la sua opinione sull’uso del termine “genocidio”. Albanese non si tira indietro e risponde che, secondo lei, la figura della senatrice è stata strumentalizzata.

“La pietra di inciampo della logica è che, se una persona ha una malattia, non va a farsi fare la diagnosi da un sopravvissuto a quella malattia, ma da un oncologo”, ha spiegato come esempio. Poi aggiunge di conoscere molti esperti di storia, anche sopravvissuti all’Olocausto, che definiscono quanto sta accadendo un genocidio. “Siccome la posizione della senatrice Segre torna utile, si utilizza quella”, commenta.

Albanese sottolinea di non avere nulla contro la senatrice a vita, verso la quale dice di provare un grandissimo rispetto perché è una persona che ha vissuto traumi indicibili, ma che allo stesso tempo è profondamente legata a Israele. “Per questo sostengo che ci sono gli esperti, e che non è la sua opinione o la sua esperienza personale a stabilire la verità su quanto sta accadendo.”

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