Garlasco, gli appunti del super testimone Gianni Bruscagin su Stefania Cappa: "Mi sono tolto un peso"

In un'intervista delle Iene, il supertestimone del caso di Garlasco, Gianni Bruscagin, ha riportato il racconto che aveva ascoltato su Stefania Cappa

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Nel corso di una nuova intervista rilasciata a Le Iene, il supertestimone del caso di Garlasco, Gianni Bruscagin, ha mostrato gli ormai famosi biglietti sui quali anni fa aveva appuntato la testimonianza di una donna che raccontava del suo incontro con Stefania Cappa, dell’agitazione della ragazza e del pesante borsone che portava con sé.

L’intervista a Gianni Bruscagin

“Mi trovavo in ospedale, e per caso c’era anche questa ragazza. Ha cominciato a raccontare che sua madre vive a Tromello, vicino alla casa dei Cappa, e ha parlato di un episodio accaduto il giorno dell’omicidio”. Inizia così il racconto di Gianni Bruscagin, il supertestimone del caso di Garlasco.

Parlando con un inviato della trasmissione Le Iene, Buscagin ha parlato ancora una volta dell’incontro fortuito avuto in ospedale con una donna che le ha poi raccontato nei particolari l’incontro con Stefania Cappa. Un racconto che Bruscagin ha appuntato su dei foglietti che conserva ancora oggi, a distanza di quasi venti anni.

Garlasco Gianni Bruscagin Stefania CappaFonte foto: ANSA
Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco: il supertestimone Gianni Bruscagin ha gettato ombre sulla cugina della vittima, Stefania Cappa

“Il 10 agosto 2007 ho scoperto che, in quella data, una delle gemelle Cappa si trovava davanti alla vecchia casa disabitata, a Tromello – ha detto Bruscagin – Io mi sono limitato a fare ciò che mi è stato consigliato da persone che ne sanno più di me”.

Il ruolo di Stefania Cappa

La donna incontrata da Bruscagin avrebbe quindi detto “che Stefania, proprio quel giorno — il 13 agosto, nel pomeriggio — si è presentata davanti alla casa dei nonni a Tromello e ha chiesto le chiavi alla vicina di casa. Una volta, infatti, era consuetudine lasciare le chiavi alla vicina, per ogni evenienza”.

“La donna le ha consegnato le chiavi, ma Stefania non riusciva a infilarle nella serratura: era troppo agitata, in preda al panico – ha aggiunto Buscagin – A quel punto la vicina le ha aperto la porta. Nel frattempo, le ha chiesto: ‘Ma che succede? Perché sei così agitata?’ E Stefania ha tergiversato, senza dare una risposta chiara”.

Secondo il racconto dell’uomo, “una volta entrate in casa, la signora ha notato che Stefania teneva in mano un sacchetto, cioè una borsa piuttosto pesante. Poco dopo, ha sentito un tonfo provenire dal canale lì dietro. Si presume quindi che la ragazza abbia gettato via quel sacchetto, quel sacco — o borsone, qualunque cosa fosse — e che poi se ne sia andata senza più nulla in mano”.

Il ruolo del supertestimone del caso di Garlasco

Bruscagin è consapevole che “quando le forze dell’ordine si sono recate a Tromello e, dal canale che avevo indicato, hanno recuperato del materiale interessante”, e si è quindi chiesto cosa potesse significare.

L’intervista a Gianni Bruscagin, il supertestimone del caso di Garlasco

“Io ho semplicemente fornito la mia testimonianza – ha chiarito poi – C’è stato quel ritrovamento, e da allora la mia situazione morale si è un po’ alleggerita. Mi sono tolto un peso che portavo con me da anni”.

“L’unica cosa che posso dire è che, in un certo senso, mi sono liberato – ha poi concluso Gianni Buscagin – nella speranza che tutto questo possa essere utile per arrivare alla verità vera e ai colpevoli reali”.

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