Ghali e Clementino contro i rapper che non si espongono sulla Palestina, l'accusa sul rap ormai morto

Nel giorno dello sciopero per la Flotilla, sia Ghali che Clementino si sono lanciati in una polemica con i colleghi che non parlano di Palestina

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I cantanti Ghali e Clementino, nel giorno dello sciopero nazionale per la Global Sumud Flotilla, hanno lanciato un’accusa ai rapper che non si espongono sulla Palestina. “Il rap è morto. Tacete per gli sponsor, se lo fate siete per il genocidio”, hanno detto. In particolare Ghali ha affermato che anche chi semplicemente non si schiera, con il suo gesto, sostiene il genocidio.

L’accusa di Ghali ai rapper sulla Palestina

Ghali ha pubblicato un lungo post sui suoi canali social. Al centro della polemica, il conflitto in Medio Oriente e in particolare la situazione di Gaza, tema su cui, l’artista milanese di origini tunisine si è spesso schierato, anche con messaggi di pace dal palco del Festival di Sanremo 2025.

Nel post del 4 ottobre 2025, si legge “il rap è morto, è tutto un gran teatro”. Nella prima foto compare Ghali da piccolo, poi le immagini sono testi in cui il cantante accusa i colleghi che non si schierano.

GhaliANSA

Il rapper Ghali a Sanremo 2025

“Quella dell’ ‘io non ho mai fatto politica sui miei profili social e quindi perché dovrei farla ora’ oppure ‘è una storia molto delicata e complicata che va avanti da millenni’ sono tutte stron…e e scuse. Chissene frega se i vostri fan vogliono solo la musica, se sono famiglia come li chiamate dovete parlare anche delle cose importanti”, sono le parole di Ghali.

“Il genocidio in Palestina ricadrà anche sulla vostra arte – è l’accusa dell’artista – sulla vostra penna, sulla vostra salute mentale e sulla vita delle future generazioni, quindi anche su quella dei vostri figli”.

Ghali poi spiega che i motivi per cui “non ne parlate sono tre. Uno: non vi interessa, non è nel vostro algoritmo, non sapete ‘come sono andate le cose’, avete un’idea confusa su chi siano i cattivi e i buoni ormai da decenni o pensate che sia una questione che appartiene solo a una specifica etnia, lontana dalla vostra… Due: sostenete il genocidio e sì, sostenerlo vuol dire anche semplicemente non schierarsi. Qui c’entriamo tutti. Ma, come ogni volta, sarà troppo tardi quando lo capiremo… Tre: avete paura di perdere soldi, posizione e lavoro”.

Alla fine Ghali conclude con la constatazione che “il rap è ufficialmente morto. Il silenzio dei rapper ha ucciso il genere. Ne è rimasto solo lo stile, il suono, la forma. Qualsiasi artista che millanta di essere un rapper e usa un sacco di parole per riempire le strofe ma non dice un c…o sulla Palestina non può definirsi tale… Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi anche smettere di avercela con gli sbirri. Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi finalmente venderti del tutto (sempre se hai da vendere qualcosa). È anche vero che supportare la Palestina è un onore che non tutti possono avere”.

Il messaggio di Ghali sulla Flotilla

Sempre nel post su Instagram, Ghali ricorda come l’Italia sia attiva in piazza “e la Flotilla passerà alla storia. Le persone che si sono imbarcate per far valere il diritto internazionale, per portare aiuti a Gaza, le persone che scendono in piazza e perdono giornate di lavoro, non sono da attaccare o da ridicolizzare, sono da proteggere perché stanno compiendo l’azione più concreta finora e rappresentano la speranza”.

L’artista lancia un’accusa anche al Governo. “La cosa che più mi preoccupa è la convinzione, la fermezza, la sicurezza con cui i nostri politici mentono al popolo. Chi ve lo fa fare di vivere una vita ai piani alti della società, a capo di un governo senza mai servire il Paese, assumendovi, a questo punto, la responsabilità di essere complici di un genocidio?”.

L’accusa di Clementino ai rapper

A fare da eco a Ghali è stato, nelle stesse ore, anche Clementino che ha parlato di “rapper da classifica”, criticando l’assenza di impegno di parte della scena.

“Dedicato a tutti i Rapper italiani – sono le parole dell’artista napoletano – i ‘cosiddetti rapper delle classifiche’ che non hanno detto una sola parola sul genocidio a Gaza: Mettiteve Scuorno. E voi sareste rapper? Lo sapete cosa vuol dire essere rapper? Vuie non sapit nu cazz. Millantate la parola Hip Hop. Potete avere tutti i platini del mondo, tutte le collane d’oro del mondo, andare alle vostre sfilate di moda da sfigati, ma non siete nulla. Non siete rapper Sit Munnezz!”.

Ghali e Clementino ANSA