I tassi sui mutui per la casa aumentano nonostante il taglio della Bce: perché c'è il rialzo e cosa significa
Mutui in rialzo al 3,29% ad aprile, mentre calano i tassi dei prestiti alle imprese. La tendenza all'aumento nonostante il taglio della Bce
Ad aprile 2025 i tassi medi sui mutui casa salgono al 3,29%, livello massimo da settembre 2024, nonostante il taglio Bce. L’aumento, dovuto a una serie di fattori, riflette la crescita dell’indice Irs a marzo. In calo invece i tassi sui prestiti alle imprese (3,82%) e in generale (4,13%). Tornano a crescere i prestiti (+0,3%) e i depositi (+1,9%).
I tassi dei mutui al rialzo
Nonostante la Banca Centrale Europea abbia tagliato i tassi portando quello sui depositi al 2,4%, i mutui per l’acquisto della casa sono diventati più cari. Il tasso medio di aprile 2025 sui nuovi contratti è salito al 3,29%, il valore più alto da settembre 2024. Solo un mese prima era al 3,14%.
Secondo il bollettino dell’ABI, questo aumento dipende soprattutto dalla crescita dell’indice Irs registrata a marzo.
Fonte foto: IPA
Sul rialzo dei tassi sui mutui ha influito anche la politica dei dazi di Donald Trump
Nei primi 15 giorni di maggio, però, l’indice Irs si è mantenuto stabile al 2,53%, segnale che i tassi potrebbero fermarsi o scendere nei prossimi mesi.
Perché i tassi sui mutui sono aumentati
Il rialzo dei tassi sui mutui è legato principalmente a due fattori. Da un lato, si considera l’aumento dell’indice Irs (Interest Rate Swap), che è il parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso. Questo ha fatto salire il costo dei finanziamenti per l’acquisto di una casa, a prescindere dal taglio dei tassi sui depositi da parte della Bce.
A ciò si aggiunge l’incertezza economica e geopolitica. In particolare, gli annunci sui dazi da parte dell’amministrazione Trump all’inizio di aprile hanno generato instabilità sui mercati, influenzando negativamente gli indici di riferimento come l’Irs e alimentando aspettative di rischio che si riflettono sui tassi applicati ai mutui.
Pertanto, anche se la Bce ha abbassato i tassi ufficiali, i mutui sono diventati più costosi per via di fattori di mercato e percezioni di rischio che incidono direttamente sui tassi applicati dalle banche.
Gli altri dati
Nel frattempo, i prestiti alle imprese hanno seguito una direzione opposta: ad aprile, il loro tasso medio è sceso al 3,82%, il più basso dall’aprile 2023, contro il 3,92% di marzo. Anche il tasso medio generale sui prestiti è diminuito, passando dal 4,21% al 4,13%.
Il tasso medio dei Btp a 10 anni, un indicatore utile per capire il clima dei mercati, è sceso leggermente dal 3,71% al 3,64%. Questo segnala un calo nei rendimenti richiesti dallo Stato per finanziarsi, ma non ha ancora avuto effetti sui mutui, a causa del clima di incertezza economica che continua a influenzare negativamente i tassi applicati ai cittadini.
Ad aprile 2025, il tasso sui nuovi depositi vincolati è stato del 2,37%, in calo rispetto a marzo ma ancora sopra la media dell’eurozona. Rispetto a giugno 2022, l’aumento è stato significativo (+208 punti base).
Anche le obbligazioni bancarie a tasso fisso sono salite al 3,27%. Il tasso medio complessivo sui depositi è 0,73%, mentre quello sui conti correnti resta basso (0,35%). I depositi totali sono cresciuti dell’1,9% su base annua, toccando i 1.811 miliardi. Aumentano infine anche gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (+131 miliardi in un anno).
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