Il delitto di Garlasco e la prima analisi della spazzatura, la buccia di banana potrebbe aver cancellato tutto
Delitto di Garlasco, al via il secondo round del maxi incidente probatorio: che cosa si cerca nella spazzatura
Delitto di Garlasco, tutto pronto per il secondo round del maxi incidente probatorio. Si andrà alla ricerca di tracce di Dna passando al setaccio alcuni reperti della villetta di via Pascoli. Si ripartirà dall’analisi del contenuto del sacchetto della spazzatura. Vale a dire che si apriranno le buste rimaste sigillate per quasi 18 anni e conservate in uno scatolone all’interno dei locali dell’Istituto di medicina legale di Pavia.
- Il delitto di Garlasco, che cosa si cerca nella spazzatura
- La buccia di banana potrebbe aver cancellato le tracce di Dna
- Lo sfogo dell'avvocato di Andrea Sempio
Il delitto di Garlasco, che cosa si cerca nella spazzatura
Nelle buste sigillate dovrebbero esserci alcuni oggetti recuperati da casa Poggi dopo l’omicidio di Chiara. Ad esempio, il frammento del tappetino del bagno macchiato dalla traccia di sangue lasciata dalla scarpa del carnefice. Inoltre ci dovrebbe essere la scatola di cartone dei cereali della colazione e il sacchetto con i fiocchi avanzati.
Dovrebbe essere analizzato anche il cucchiaino rinvenuto sul divano. Trattasi della posata che Chiara usava per mangiare i cereali dal sacchetto mentre guardava la tv.
ANSA
La Scientifica effettuerà poi approfondimenti sul contenuto della pattumiera, ossia sul sacchetto, su due vasetti di Fruttolo, su un brick di thé freddo, su un piattino e sull’incarto di plastica dei biscotti.
Si andrà alla ricerca di possibili tracce di Dna. La novità relativa alle indagini è che quei pochi rifiuti non sono mai stati esaminati.
La buccia di banana potrebbe aver cancellato le tracce di Dna
Come riferisce Il Corriere della Sera, c’è però il rischio della buccia di banana. Non un modo di dire: nella spazzatura in origine c’era anche una buccia di banana e non si esclude che possa aver contaminato o cancellato eventuali tracce di materiale biologico. Gli avanzi della frutta furono levati dopo il sequestro del sacchetto, cioè quasi otto mesi dopo l’omicidio.
L’immondizia restò nella casa sigillata. Ad aprile 2008, quando gli uomini del Ris rientrarono nell’abitazione per repertare la pattumiera, la buccia era ormai marcia e quasi incollata al sacchetto.
Lo sfogo dell’avvocato di Andrea Sempio
I legali che difendono Andrea Sempio hanno deciso di presentare opposizione all’apertura della spazzatura. Così l’avvocato Massimo Lovati, intervenuto nella trasmissione tv Chi l’ha visto?: “Noi non crediamo in questa spazzatura. Non ci crediamo perché è una questione talmente incredibile che si siano conservati dei rifiuti per 18 anni che la ritengo improbabile”.
“Chi è che tiene una spazzatura per 18 anni? – ha aggiunto il legale -. Mai sentita una roba del genere. In più, non mi pare che fu mai sequestrata, perché i Ris non la repertarono”.
E ancora: “Se non c’è il provvedimento di un giudice che ha disposto il sequestro di questa spazzatura è acqua fresca. Vi rendete conto che sono passati 18 anni? E siamo qui a parlare di niente?”.
“Io a questi Fruttolo non ci credo – ha ribadito Lovati -. È una cosa incredibile. Il sequestro perde efficacia quando la sentenza diventa giudicata, quando non è più impugnabile. Per questo io mi oppongo all’apertura di questa spazzatura. Devono andare dal giudice e farsi autorizzare ad aprire questi reperti che non sono mai stati sequestrati. Cosa è successo in quegli otto mesi in cui la spazzatura è rimasta in quella casa?”.
