Israele replica alle accuse di maltrattamenti a Greta Thunberg e agli attivisti della Flotilla, la versione

Israele nega i maltrattamenti a Greta Thunberg, arrestata con la Global Sumud Flotilla. Ma gli attivisti raccontano torture e umiliazioni

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Israele ha replicato all’accusa di maltrattamenti contro Greta Thunberg. La giovane attivista sarebbe stata costretta a baciare la bandiera israeliana, ma in generale sarebbe stata presa di mira proprio perché la più nota tra le persone fermate della Global Sumud Flotilla. Molti altri hanno descritto i maltrattamenti subiti. Nega il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, che accusa tutti di menzogne e su Thunberg dice che “non si è lamentata con le autorità”.

Israele nega i maltrattamenti a Greta Thunberg

L’attivista Greta Thunberg, di appena 22 anni, sarebbe stata presa di mira dall’esercito israeliano al momento del rapimento e della detenzione, in seguito al blocco della Global Sumud Flotilla. A dirlo sono numerosi attivisti che hanno partecipato alla spedizione umanitaria, tra cui un giornalista turco e un’attivista malese.

Sono molti i racconti che arrivano in queste ore, dal momento che stanno rientrando le persone rapite illegalmente da Israele. Sui presunti maltrattamenti subiti da Thunberg non è stata la giovane a parlare, ma altri che hanno visto con i propri occhi. Secondo questi, la giovane sarebbe stata trascinata a terra e costretta a baciare la bandiera israeliana.

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Il Ministero degli Esteri israeliano, attraverso l’account ufficiale, fa sapere che si tratta di menzogne. Secondo le autorità, infatti, l’attivista non si sarebbe mai lamentata e i racconti sarebbero falsi.

Il racconto di chi c’era

Greta Thunberg sarebbe stata maltrattata dalle forze israeliane: è quanto raccontano alcuni attivisti di ritorno dal rapimento illegale di Israele. A parlare è il giornalista turco Ersin Celik, che ha partecipato alla spedizione umanitaria e ha raccontato ai media locali che le forze israeliane avrebbero torturato Greta Thunberg. Ha spiegato che sarebbe stata trascinata a terra e costretta a baciare la bandiera israeliana.

Il suo racconto è stato confermato anche dall’attivista malese Hazwani Helmi e da Windfield Belaver, che hanno descritto dinamiche simili. Secondo le loro testimonianze, Thunberg sarebbe stata spinta e costretta a sfilare con una bandiera israeliana.

In generale, tutti gli attivisti della Global Sumud Flotilla avrebbero subito maltrattamenti. Helmi ha raccontato che “sono stati trattati come animali”, a cui sarebbero stati negati cibo, acqua pulita, medicine e perfino la possibilità di andare in bagno. Thunberg, in particolare, sarebbe stata usata a scopo propagandistico: con lei si sarebbero scattati foto e l’avrebbero sottoposta a una punizione psicologica.

I maltrattamenti durante la detenzione

Al momento si tratta di racconti, ma numerosi e coerenti tra loro. Una dopo l’altra, le testimonianze descrivono un’esperienza di violenza e privazioni: cibo scarso, acqua dal water, posture forzate per ore, anche per anziani o persone con disabilità. Un uomo di 78 anni con una protesi, per esempio, non avrebbe potuto allungare le gambe per ore.

I detenuti sarebbero stati colpiti in testa e in diverse parti del corpo, insultati, tenuti svegli per impedire loro di riposare come la tortura basata sulla privazione del sonno.

Il ministero israeliano ha smentito ogni accusa, definendo “false” tutte le testimonianze. Resta però la domanda su quanto di queste negazioni sia credibile, in un Paese che ha già mentito su attacchi a ospedali, sull’origine dei bombardamenti e sui droni contro le imbarcazioni umanitarie dirette a Gaza e tanto altro.

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