L'Italia vende a Israele anche le armi usate a Gaza, dagli F-35 ai cannoni navali: i dati sull'export

L'Italia è al sesto posto come esportatori di armi all’estero ed è il terzo fornitore a Israele, dopo Usa e Germania, di materiale usato anche a Gaza

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La denuncia per concorso in genocidio nei confronti di Giorgia Meloni e il governo italiano, rimette al centro del dibattito la questione della vendita di armi a Israele da parte dell’Italia. Il nostro Paese risulta al sesto posto nel mondo come esportatori di armi all’estero e, in particolare, le esportazioni di armi dell’Italia sono aumentate del 138% nel periodo 2020-2024 rispetto al periodo 2015-2019, con la quota maggiore (71%) che è stata destinata agli stati del Medio Oriente.

L’Italia e la vendita di armi all’estero

Sono diversi i dati e le fonti da prendere in considerazione sul tema della vendita di armi all’estero, e a Israele da parte dell’Italia.

A tal proposito il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito che l’Italia invia armi a Israele solo in base a contratti firmati prima del 7 ottobre 2023 e avendo chiesto garanzie a Tel Aviv sul fatto che queste armi non vengano utilizzate contro i civili a Gaza.

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Ma a sottolineare il ruolo di Roma nell’industria bellica è stato Giorgio Mottola, giornalista e inviato di Report, a diMartedì su La7, secondo cui l’instabilità geopolitica, in riferimento alla guerra in Ucraina e a quella a Gaza, fa bene all’economia italiana, soprattutto a 15 aziende.

“Eravamo al decimo posto fino a a 5 anni fa e ora siamo sesti come esportatori di armi all’estero. L’anno scorso abbiamo chiuso con il record storico di 8 miliardi di esportazioni”, ha detto Mottola.

Italia sesta come Paese che esporta più armi

Il sesto posto dell’Italia nell’esportazioni di armi è confermato dal report “Trends in International Arms Transfers” del Sipri, l’Istituto Internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma.

Davanti al nostro Paese ci sono solo Germania, Cina, Russia, Francia e Stati Uniti. Nel periodo 2020-2024 il nostro Paese ha esportato il 4,8% di armi a livello globale (più del Regno Unito), facendo segnare un evidente incremento rispetto al 2% del periodo 2015-2019.

Questo report risale a marzo 205 e prende in considerazione dati fino al 2024.

I Paesi che forniscono armi a Israele

Sempre il Sipri ha redatto un rapporto, aggiornato al 2025, su come i principali esportatori di armi hanno risposto alla guerra a Gaza.

Dopo l’annuncio dell’esercito israeliano di voler prendere Gaza City, i ministri degli Esteri di diversi Paesi tra cui l’Italia (oltre a Australia, Austria, Canada, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Norvegia e Regno Unito) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui “respingono fermamente” la decisione e sostengono che il piano rischia di “violare il diritto internazionale umanitario”.

Ma al di là delle dichiarazioni, il Sipri analizza il ruolo dei vari Paesi nel rifornire armi a Israele. Innanzitutto Tel Aviv nell’ultimo decennio ha notevolmente aumentato le sue importazioni di armi.

Nel 2020-2024 Israele è diventato il 15esimo importatore mondiale di armi pesanti, mentre nel periodo 2010-2014 era al 34esimo posto. Proprio nel periodo 2020-2024 sono stati soprattutto tre i paesi fornitori: Stati Uniti, Germania e Italia.

Le armi italiane usate a Gaza

Secondo il Sipri nel periodo 2020-2024, l’Italia ha rappresentato l’1% delle importazioni israeliane di armi pesanti. La maggior parte di queste era costituita da elicotteri leggeri (59%); la parte restante era costituita da cannoni navali (41%) per equipaggiare le fregate fornite dalla Germania.

Oltre a questi, l’Italia è anche partner del programma F-35, per il quale produce componenti. Il programma F-35 è un programma guidato dagli Stati Uniti per la produzione dell’aereo da combattimento F-35 che prevede la produzione di parti e componenti da parte di otto stati partner, tra cui, appunto, Italia e il Regno Unito. Gli F-35 sono stati usati da Israele nelle sue operazioni militari, inclusa Gaza.

Le parole di Tajani e Crosetto

In un’intervista dell’agosto 2025 pubblicata dal Ministero degli Esteri italiano, il Ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha condannato il piano israeliano di invadere Gaza, affermando che “questa carneficina non può continuare”.

Sempre Tajani ha detto inoltre che “dal 7 ottobre di due anni fa, l’Italia non ha più venduto armi a Israele”. Tuttavia, a seguito di una dichiarazione analoga di Tajani del gennaio 2024, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha chiarito che le esportazioni di armi verso Israele sono proseguite ma solo per le consegne in base a contratti firmati prima del 7 ottobre 2023, e che tali esportazioni erano consentite solo dopo controlli volti a garantire che le armi non venissero utilizzate contro i civili a Gaza.

Esportazioni di armi dell’Italia aumentate del 138%

Sempre un report del Sipri spiega che le esportazioni di armi dell’Italia sono aumentate del 138% nel periodo 2020-2024 rispetto al periodo 2015-2019, con una quota del 4,8% delle esportazioni mondiali di armi.

E la quota maggiore delle esportazioni di armi italiane (71%) è stata destinata agli Stati del Medio Oriente.

Sull’Italia terzo fornitore di armi a Israele dopo Germania e Usa, si era espressa anche Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati: “Si parla di sanzioni ma le chiacchiere stanno a zero visto che l’Europa è il primo partner commerciale di Israele e l’Italia è il terzo fornitore di armi“. Armi, ha sottolineato la Albanese, utilizzate a Gaza e anche in Cisgiordania.

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