Lettera di Alemanno a Nordio da Rebibbia, la polemica dell'ex sindaco: "Nelle carceri si muore"
Alemanno e Falbo scrivono a Nordio sul sovraffollamento nelle carceri italiane, chiedendo interventi immediati e riforme sulla liberazione anticipata
Gianni Alemanno e Fabio Falbo, detenuti a Rebibbia, scrivono al ministro Nordio denunciando il grave sovraffollamento nelle carceri in Italia, con oltre 62mila detenuti per una capienza di 51mila posti. Nel lungo documento si chiedono misure urgenti, alternative alla detenzione si propone una riforma della liberazione anticipata.
- La situazione delle carceri italiane
- La lettera di Alemanno al ministro Nordio
- La lettera in sintesi
- Perché Alemanno è in carcere
La situazione delle carceri italiane
L’attuale crisi legata all’eccessivo affollamento delle carceri italiane ha ormai raggiunto livelli insostenibili: a ricordarlo al ministro Nordio sono l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e Fabio Falbo, soprannominato lo “scrivano”, entrambi detenuti nel penitenziario di Rebibbia.
Oggi in Italia i detenuti sono oltre 62.400, mentre i posti regolamentari disponibili si fermano a 51.280: un divario che rende la situazione ingestibile.
Fonte foto: ANSA
Gianni Alemanno
“Non si deve morire in carcere perché non ci sono cure adeguate” è uno dei passaggi chiave della lettera. “Inammissibile: ci battiamo perché non accada in Africa e l’Africa ce l’abbiamo nelle nostre carceri?”.
La lettera di Alemanno al ministro Nordio
Il documento, articolato in nove punti e firmato congiuntamente, è stato indirizzato al ministro della Giustizia con l’intento di richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica.
L’iniziativa, come evidenzia Repubblica, mira a ottenere almeno l’introduzione della cosiddetta “liberazione anticipata speciale“, pensata per riformare e ampliare i meccanismi di riduzione della pena.
A supporto dell’allarme lanciato, i due detenuti riportano dati preoccupanti, sottolineando un livello di sovraffollamento che supera il 150%.
“Senza considerare che, come lei stesso ministro ha rilevato” si legge nella missiva “le persone detenute crescono circa 5 volte di più rispetto all’aumento dei posti in carcere”.
La lettera in sintesi
Nella loro lettera al ministro Nordio, Gianni Alemanno e Fabio Falbo denunciano le condizioni disumane delle carceri italiane, evidenziando emergenze come i suicidi, la carenza di assistenza sanitaria, il sovraffollamento e l’abuso della custodia cautelare.
La critica è rivolta il rigetto sistematico delle richieste di sconto pena per sovraffollamento e la mancata applicazione della detenzione domiciliare per gli over 70, nonostante sentenze favorevoli. La denuncia comprende anche la carenza di personale e le certificazioni sanitarie inadeguate.
Infine, Alemanno e Falbo propongono un intervento legislativo che renda automatico lo sconto pena in carceri sovraffollate, e rilanciano la proposta Giachetti per estendere la liberazione anticipata.
Perché Alemanno è in carcere
Gianni Alemanno, con un lungo percorso politico tra Msi, Alleanza Nazionale e un travagliato rapporto con Giorgia Meloni, è stato condannato in via definitiva a un anno e dieci mesi per traffico di influenze, nell’ambito dell’inchiesta sul “Mondo di mezzo”.
Si trova attualmente in carcere, arrestato il 31 dicembre, non per quella condanna ma per aver più volte e in modo grave violato le prescrizioni previste durante il suo affidamento ai Servizi sociali.
