Marco Travaglio parla dei rapporti Silvio Berlusconi e mafia, il patto del 1974: "Lo dice la Cassazione"

In collegamento a Otto e mezzo, Marco Travaglio ha commentato la recente sentenza della Cassazione che riguarda Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri

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Marco Travaglio, a cambiare parere su Silvio Berlusconi, non ci pensa nemmeno. Se secondo una recente pronuncia della Cassazione non è mai risultata “processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane”, il giornalista torna a parlare di un’altra sentenza, quella in merito al “patto del 1974”.

La sentenza della Cassazione su Berlusconi e Cosa nostra

La questione processuale dalla quale nasce la recente pronuncia della Cassazione è piuttosto complicata e riguarda il ricorso della procura generale di Palermo contro il rigetto della Corte d’appello di Palermo della sorveglianza speciale e della confisca dei beni nei confronti di Dell’Utri, che è stato respinto dai giudici della Suprema Corte.

“È indimostrata e illogica la tesi secondo la quale Berlusconi avrebbe versato somme di denaro a Dell’Utri per ottenere il suo ‘silenzio’ sull’esistenza di indimostrati accordi con Cosa nostra”, scrive la Cassazione.

Marco Travaglio Silvio Berlusconi mafia CassazioneIPA

Marco Travaglio

Fine della questione? Nemmeno per sogno: Marco Travaglio, a Otto e mezzo su La7, ha contestato tale scenario.

Travaglio su Berlusconi

Travaglio, in collegamento, ha preso la parola: “Il Tribunale e poi la Corte d’appello hanno detto: ‘Non ci avete dimostrato che abbiano riciclato i soldi della mafia e quindi non applichiamo le misure di prevenzione’, che erano la confisca dei beni e la sorveglianza speciale per Dell’Utri”.

“Berlusconi – ha aggiunto il giornalista – è morto, quindi non può essere processato, assolto o condannato. Questo riguarda Dell’Utri. La Cassazione ha dichiarato totalmente inammissibile il ricorso che ha fatto il Procuratore generale di Palermo, sostenendo che sulle misure di prevenzione, se il ricorso lo fa già il Pm, quello del Pg, cioè del Procuratore generale, è inammissibile. Loro sostengono che invece la legge lo consente”.

“La Cassazione ha detto la parola fine, non applicate le misure di prevenzione a Dell’Utri. Questo ha detto. Cosa c’entra con il fatto che Berlusconi abbia avuto rapporti con la mafia? Niente!”, ha tuonato Travaglio.

A questo punto Lilli Gruber ha chiesto chiarimenti: “Marco, abbiamo letto dappertutto, sentito dappertutto, che invece Berlusconi non c’entrava niente con la mafia”.

Travaglio parla del “patto del 1974”

Travaglio ha mostrato la sentenza: “Hanno trasformato questa riga – ‘dichiara inammissibile il ricorso del Pg’ – in un virgolettato che diceva ‘Berlusconi non ha mai avuto rapporti con la mafia’. Ma che Berlusconi abbia avuto rapporti con la mafia lo dice la Cassazione nella sentenza Dell’Utri! Dove dice che Berlusconi nel ’74 ha stretto un patto con Cosa nostra di Stefano Bontade e Teresi, i due boss dell’epoca, che sono quelli che hanno fatto ammazzare Piersanti Mattarella […] e poi che quel patto lo ha rinnovato coi corleonesi di Riina fino al ’92, cioè fino all’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio”.

Berlusconi – ha dichiarato Travaglio – avrebbe fatto ciò “per farsi proteggere dalla mafia anziché dai carabinieri – lui era uno statista – e in cambio ogni sei mesi versava cospicue somme a Cosa nostra. Lo ha detto la Cassazione in una sentenza definitiva. Quella è la sentenza della Cassazione che cristallizza per sempre che Berlusconi non aveva rapporti generici, ma ha stretto un patto con Cosa nostra, intermediato da Dell’Utri che è stato condannato”.

“Ti pare possibile che la Cassazione possa smentire la Cassazione?”, ha domandato il giornalista alla collega. Ora si attendono le motivazioni in merito al ricorso respinto.

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