Massimo Bossetti a Belve Crime, attacco del legale dei genitori di Yara Gambirasio: "Spero non abbiano visto"
L’avvocato della famiglia Gambirasio accusa Belve Crime per la puntata su Yara: secondo lui la ricostruzione di Bossetti è lontana dalla verità
Massimo Bossetti è tornato al centro del dibattito pubblico con una puntata dedicata al suo caso nel format Belve Crime. Le reazioni non si sono fatte attendere: il settimanale Giallo riporta le parole dell’avvocato Andrea Pezzotta, legale della famiglia Gambirasio: “Spero davvero che i genitori di Yara non abbiano visto quella trasmissione”. Secondo il legale, quanto trasmesso ha avuto il solo effetto di riaprire una ferita mai chiusa, con una narrazione parziale.
- Belve Crime su Massimo Bossetti: Pezzotta attacca
- L’avvocato dei genitori di Yara: “Processo chiuso”
- La ricostruzione di Bossetti
Belve Crime su Massimo Bossetti: Pezzotta attacca
Nel corso della trasmissione non ci sarebbe stato spazio per un reale contraddittorio. Come sottolinea l’avvocato Pezzotta nell’intervista rilasciata a Giallo pubblicata giovedì 12 giugno, si è trattato di una ricostruzione in cui Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, “fa solo confusione su una storia che confusa non è mai stata”.
Secondo Pezzotta, le risposte di Bossetti, non spostano nulla ai fini della verità, “già stabilita a suo tempo”.
IPA
Massimo Bossetti
L’avvocato dei genitori di Yara: “Processo chiuso”
Pezzotta ricorda a Giallo che la giustizia si è già espressa.
Insomma secondo il legale, il programma ha trasformato un caso giudiziario chiuso in uno spettacolo mediatico, ignorando la sofferenza di chi ha perso una figlia in modo tragico.
“Ora lasciamo riposare in pace Yara, a noi questi documentari o queste interviste non interessano”, ha detto Pezzotta.
La ricostruzione di Bossetti
Nell’intervista a Belve Crime, Massimo Bossetti ha ribadito la propria innocenza e ha messo in discussione la validità delle prove, in particolare del Dna, sostenendo che “quello mitocondriale non c’è” e che si tratta di un’anomalia.
La conduttrice Francesca Fagnani gli ha chiesto come il suo Dna sia finito sugli indumenti intimi della vittima, ma Bossetti ha risposto: “È quello che vorrei capire anch’io.
Il muratore ha parlato della sua vita in carcere, del rapporto con la madre e di un’infanzia che ha definito “tormentata”. Afferma di sentirsi segnato da un’accusa “infamante” e di convivere con l’etichetta del “mostro”.
