Matteo Salvini assolto nel processo Open Arms, qual è il vero motivo della mancata condanna: le motivazioni

Perché Matteo Salvini è stato assolto dai giudici del Tribunale di Palermo nel processo Open Arms? Depositato il vero motivo della mancata condanna

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Matteo Salvini è stato assolto nel processo Open Arms il 20 dicembre 2024 “perché il fatto non sussiste”: dopo 180 giorni dalla sentenza del Tribunale di Palermo, sono state rese note le motivazioni dei giudici che hanno sottolineato come il leader della Lega, all’epoca dei fatti (agosto 2019) ministro dell’Interno e non dei Trasporti, non fosse obbligato ad assegnare un porto sicuro (Pos) alla nave spagnola con a bordo un centinaio di migranti soccorsi in mare. In sostanza, Salvini è stato assolto perché l’indicazione del Pos toccava alla Spagna.

Perché Salvini è stato assolto?

Il caso, durato 5 anni (di cui 3 di processo), si era chiuso a dicembre, con la sentenza del Tribunale di Palermo.

I giudici avevano Matteo Salvini, a processo per aver impedito lo sbarco ai migranti sulla nave Open Arms, con l’accusa di:

  • rifiuto di atti d’ufficio
  • sequestro di persona

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La nave Open Arms al largo di Lampedusa

La Procura aveva chiesto una condanna a 6 anni: non è ancora chiaro se presenterà ricorso in Appello.

Ecco cosa hanno scritto i giudici nelle motivazioni depositate il 19 giugno:

“Il convincimento che nella vicenda oggetto del presente procedimento nessun obbligo di fornire il Pos gravasse sullo Stato italiano, né, dunque, sull’odierno imputato, esime evidentemente il collegio dall’affrontare analiticamente diverse tematiche prospettate ed animatamente dibattute dalle parti quali, ad esempio, quelle relative alla circostanza che la nave Open Arms avesse potuto fungere da Pos, ovvero al fatto che il primo intervento non avesse in realtà riguardato un’imbarcazione in distress, o ancora al fatto che i tempi trascorsi in attesa del Pos potevano legittimamente spiegarsi con l’esigenza di provvedere prima alla distribuzione dei migranti fra gli Stati Europei”.

Una conclusione, sottolinea ANSA, che va oltre la difesa di Salvini, il quale non ha mai sostenuto che l’assegnazione del porto sicuro non gli competesse.

Per il tribunale, quindi, l’obbligo di tutelare i migranti a bordo di Open Arms, fatti sbarcare al termine di un braccio di ferro solo dopo l’intervento dei pm di Agrigento, lo aveva la Spagna, dato che il suo centro di coordinamento e soccorso marittimo aveva “operato, sin da subito, un sia pur minimo coordinamento da ‘primo contatto'” e perché Malta, “nel declinare la propria responsabilità per i primi due eventi di salvataggio, aveva chiaramente indicato la Spagna (Stato di bandiera) quale unica autorità che avrebbe dovuto assistere il natante”.

La reazione di Matteo Salvini

Immediata la reazione di Matteo Salvini, che ha sottolineato sui social la sua soddisfazione per il fatto che “i giudici hanno confermato che difendere l’Italia non è reato, rilevando l’ostinazione e l’arroganza di Open Arms che ha fatto di tutto per venire in Italia, scartando tutte le altre alternative che erano più logiche e naturali. La soddisfazione per la decisione dei giudici di Palermo non cancella l’amarezza per un processo lungo e che è costato migliaia di euro ai contribuenti italiani: è il risultato dell’odio politico della sinistra contro di me”.

Cosa non torna nel messaggio di Salvini

Rispetto al messaggio di Salvini sui social, però, è opportuno evidenziare come i giudici non abbiano parlato di difesa dei confini, al contrario di quanto fatto dal leader della Lega.

In sostanza, i giudici hanno messo al centro del ragionamento che ha portato all’assoluzione esclusibamente l’assenza dell’obbligo di assegnazione del porto sicuro.

Il parallelismo col caso Diciotti

La considerazione che ha portato all’assoluzione di Salvini è comunque destinata a far discutere, soprattutto dopo la decisione delle Sezioni Unite della Cassazione che, sul caso analogo della nave Diciotti, aveva riconosciuto il diritto al risarcimento dei migranti trattenuti illegalmente.

Il commento del ministro Matteo Piantedosi

Il giorno dopo le motivazioni della sentenza, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che è stato fatto “tanto rumore per nulla” e che “il processo non andava mai fatto“.

Il titolare del Viminale ha aggiunto da Taormina durante il festival letterario Taobuk, che “all’epoca ero capo di gabinetto del ministro Salvini e in un primo momento entrai nell’inchiesta in veste di coindagato. Poi sono stato testimone. Conosco bene la questione e ho condiviso la posizione giuridica e concettuale che all’epoca Salvini ebbe su Open Arms”.

E ancora: “Sollecitammo l’intervento della Spagna: il tribunale non evidenzia una contrapposizione tra Italia e Spagna. Il Paese accettò che dovesse farsi carico della nave e offrì che i migranti venissero portati in Spagna. Sono contento per il ministro, ma anche per il nostro Paese: si possono avere tante visioni, ma bisogna avere equilibrio da tutte le parti. È un fenomeno complesso e merita di essere gestito da Governi responsabili”.

matteo-salvini-assolto-open-arms ANSA